L’autrice analizza le scelte compositive attuate da Arnolfo nel monumento orvietano e adottate poi nelle opere del periodo fiorentino. Ravvisa quale elemento comune delle opere nelle due città l’interesse per l’elaborazione altamente innovativa dello spazio, che lo porrà in un serrato dialogo con l’illusività perseguita da Giotto. Mette in forte evidenza il nesso tra stile e iconografia, che si intrecciano strettamente fino a creare soluzioni figurative nuove, come nella distrutta facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze, e nel rilievo con l’‘Annunciazione’ del Victoria and Albert Museum di Londra, di cui propone una nuova interpretazione iconografica. Il rilievo del tempietto al centro della composizione, intenzionalmente vuoto, finemente scolpito ma volutamente arcaico nelle forme dell’edificio – come a ricordare il tempio biblico di Salomone – è il fulcro dell’interpretazione della lastra, in quanto rende figurativamente un pensiero teologico che va oltre l’evento dell’Annunciazione. Il sacro edificio simboleggia infatti il corpo di Cristo stesso, come ricordato nel Vangelo di Giovanni in relazione alla cacciata dei mercanti dal tempio. Al tempo stesso, per la presenza della colomba e della mano di Dio, racchiude anche il concetto trinitario. Dunque una prefigurazione, attraverso l’Incarnazione, dell’evento della Resurrezione esemplata nel tempio. La raffigurazione all’antica del tempietto è quindi una scelta consapevole dell’artista, che usa anche le citazioni architettoniche a protagoniste del significato dell’opera.

Da Orvieto a Firenze: strategie compositive nelle opere fiorentine di Arnolfo

NERI, Enrica
2010

Abstract

L’autrice analizza le scelte compositive attuate da Arnolfo nel monumento orvietano e adottate poi nelle opere del periodo fiorentino. Ravvisa quale elemento comune delle opere nelle due città l’interesse per l’elaborazione altamente innovativa dello spazio, che lo porrà in un serrato dialogo con l’illusività perseguita da Giotto. Mette in forte evidenza il nesso tra stile e iconografia, che si intrecciano strettamente fino a creare soluzioni figurative nuove, come nella distrutta facciata di Santa Maria del Fiore a Firenze, e nel rilievo con l’‘Annunciazione’ del Victoria and Albert Museum di Londra, di cui propone una nuova interpretazione iconografica. Il rilievo del tempietto al centro della composizione, intenzionalmente vuoto, finemente scolpito ma volutamente arcaico nelle forme dell’edificio – come a ricordare il tempio biblico di Salomone – è il fulcro dell’interpretazione della lastra, in quanto rende figurativamente un pensiero teologico che va oltre l’evento dell’Annunciazione. Il sacro edificio simboleggia infatti il corpo di Cristo stesso, come ricordato nel Vangelo di Giovanni in relazione alla cacciata dei mercanti dal tempio. Al tempo stesso, per la presenza della colomba e della mano di Dio, racchiude anche il concetto trinitario. Dunque una prefigurazione, attraverso l’Incarnazione, dell’evento della Resurrezione esemplata nel tempio. La raffigurazione all’antica del tempietto è quindi una scelta consapevole dell’artista, che usa anche le citazioni architettoniche a protagoniste del significato dell’opera.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/114362
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