L’intervento cerca di rispondere alle suggestioni e agli interrogativi che nascono dalle comuni radici friulane dei due maggiori scrittori della letteratura campagnola ottocentesca in Italia, pur tanto diversi tra loro, Caterina Percoto e Ippolito Nievo. Anzitutto vengono indagati quei caratteri culturali, antropologici e socio-economici che apparentano il Friuli ottocentesco ad altre terre di elezione della coeva letteratura campagnola europea (in Francia, in Germania e in Russia, per scrittori come George Sand, Jeremias Gotthelf e Berthold Auerbach; Turgenev e Tolstoj). Viene poi ricostruita la peculiarità di questa produzione letteraria in Italia, sottolineando in modo inedito come essa nascesse da una sorta di appello rivolto agli scrittori da parte di intellettuali milanesi sensibili alle questioni sociali e politiche. Il confronto tra Caterina Percoto e Ippolito Nievo viene quindi approfondito in rapporto al comune manzonismo (con la ricostruzione anch'essa inedita di singolari convergenze tra "I gamberi" della Percoto e "Il Conte pecoraio" di Nievo, contemporaneamente sottoposti all’esame di Carlo Tenca nell’ottobre del 1855, ed entrambi costruiti intorno al personaggio di una contadina che legge i "Promessi sposi"), alla invenzione di figure femminili dai tratti spiccatamente anticonformistici, e ai forti interessi per il folclore friulano.

Sugli stessi luoghi. Il Friuli terra d'elezione della narrativa rurale

Casini, Simone
2014

Abstract

L’intervento cerca di rispondere alle suggestioni e agli interrogativi che nascono dalle comuni radici friulane dei due maggiori scrittori della letteratura campagnola ottocentesca in Italia, pur tanto diversi tra loro, Caterina Percoto e Ippolito Nievo. Anzitutto vengono indagati quei caratteri culturali, antropologici e socio-economici che apparentano il Friuli ottocentesco ad altre terre di elezione della coeva letteratura campagnola europea (in Francia, in Germania e in Russia, per scrittori come George Sand, Jeremias Gotthelf e Berthold Auerbach; Turgenev e Tolstoj). Viene poi ricostruita la peculiarità di questa produzione letteraria in Italia, sottolineando in modo inedito come essa nascesse da una sorta di appello rivolto agli scrittori da parte di intellettuali milanesi sensibili alle questioni sociali e politiche. Il confronto tra Caterina Percoto e Ippolito Nievo viene quindi approfondito in rapporto al comune manzonismo (con la ricostruzione anch'essa inedita di singolari convergenze tra "I gamberi" della Percoto e "Il Conte pecoraio" di Nievo, contemporaneamente sottoposti all’esame di Carlo Tenca nell’ottobre del 1855, ed entrambi costruiti intorno al personaggio di una contadina che legge i "Promessi sposi"), alla invenzione di figure femminili dai tratti spiccatamente anticonformistici, e ai forti interessi per il folclore friulano.
2014
9788884208385
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1207283
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