Il contributo, suffragato dagli esiti di una campagna di rilievo architettonico dedicata che ha riguardato l'intero territorio umbro, propone una sintesi critica degli interventi attuati nelle città di Spoleto, Orvieto e Bastia Umbra come diretta conseguenza delle scelte politiche e strategiche adottate per la regione durante il ventennio fascista; in tale contesto, prevedendo l'incasellamento alternativamente nel cliché della "città antica" o in quello della "città moderna", i centri umbri sono stati trasformati coerentemente con un preciso obiettivo comunicativo. Se nei casi di Spoleto e Orvieto la fisionomia urbana assunta nel corso del ventennio deriva dalla rigida imposizione politica di un modello di riferimento, che finisce per veicolarne rispettivamente l’immagine di città storico-religiosa e quella di città storico-militare, per quanto riguarda Bastia Umbra si assiste, tra le due guerre, a una trasformazione che, puntando sull’esaltazione delle naturali vocazioni territoriali, riesce ad affermare l’importanza a livello regionale di una piccola città industriale. Dal punto di vista architettonico, ne consegue che a Spoleto e Orvieto il moderno si manifesta sempre attraverso la contaminazione con i canoni tardo eclettici; a Bastia Umbra, invece, l’attitudine produttiva è enfatizzata dal rigore della nuova architettura, che riesce così a diffondersi.

Spoleto, Orvieto, Bastia Umbra. La città storica, la città militare, la città industriale

MENCHETELLI, VALERIA
2011

Abstract

Il contributo, suffragato dagli esiti di una campagna di rilievo architettonico dedicata che ha riguardato l'intero territorio umbro, propone una sintesi critica degli interventi attuati nelle città di Spoleto, Orvieto e Bastia Umbra come diretta conseguenza delle scelte politiche e strategiche adottate per la regione durante il ventennio fascista; in tale contesto, prevedendo l'incasellamento alternativamente nel cliché della "città antica" o in quello della "città moderna", i centri umbri sono stati trasformati coerentemente con un preciso obiettivo comunicativo. Se nei casi di Spoleto e Orvieto la fisionomia urbana assunta nel corso del ventennio deriva dalla rigida imposizione politica di un modello di riferimento, che finisce per veicolarne rispettivamente l’immagine di città storico-religiosa e quella di città storico-militare, per quanto riguarda Bastia Umbra si assiste, tra le due guerre, a una trasformazione che, puntando sull’esaltazione delle naturali vocazioni territoriali, riesce ad affermare l’importanza a livello regionale di una piccola città industriale. Dal punto di vista architettonico, ne consegue che a Spoleto e Orvieto il moderno si manifesta sempre attraverso la contaminazione con i canoni tardo eclettici; a Bastia Umbra, invece, l’attitudine produttiva è enfatizzata dal rigore della nuova architettura, che riesce così a diffondersi.
2011
9788889274200
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1222878
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