La contemporaneità offre un quadro carente di riferimenti, categorie come quella dell’incertezza e perdita mettono d’accordo gli analisti nell’individuarle come tratti peculiari della nostra epoca. La perdita è insita nel processo di scelta, come ha recentemente avvertito Melucci, ma la perdita è anche perdita della certezza di azione e reazione (che cosa farò, cosa mi succederà) e perdita della certezza ermeneutica (che senso dare a quello che mi avviene), quindi incertezza. In una situazione siffatta, più complicatasi che semplificatasi negli ultimi anni, i bisogni di orientamento, complice lo sfaldarsi dei riti di passaggio, delletransizioni certe, emergono con maggior forza. Venendo a mancare alcuni dei principali riferimenti tradizionali ci si interroga su quali possano sostituirli ed in che modo. Baumann ha definito questi anni un tempo di deregulation. “Ciò non significa, però, che gli ideali di bellezza, pulizia, ordine che avevano accompagnato gli uomini e le donne nel loro viaggio dentro la modernità siano stati abbandonati o che abbiano perso il loro lustro originale. Al contrario, essi oggi devono essere perseguiti e realizzati, attraverso sforzi, percorsi e volontà individuali.” Si sottolinea l’importanza e la peculiarità dei percorsi che perdono, data la molteplicità delle opportunità, delle possibilità, delle informazioni, le caratteristiche di componibilità categoriale omogenea (cioè, ad esempio, i giovani di una zona che potevano compiere percorsi molto simili), sarebbe a dire che, essendo le tessere a disposizione moltissime, la scelta e la composizione di esse ha probabilità molto bassa di essere non uguale, ma simile in due soggetti, per quanto abbiano stessi luoghi, tempi, opportunità. La ricchezza, anzi l’eccesso di questi moduli o tessere, rischia però di produrre una sovrabbondanza per la quale ricomporre l’unità diventi problematico.

Verso un orientamento narrativo

BATINI, Federico
2000

Abstract

La contemporaneità offre un quadro carente di riferimenti, categorie come quella dell’incertezza e perdita mettono d’accordo gli analisti nell’individuarle come tratti peculiari della nostra epoca. La perdita è insita nel processo di scelta, come ha recentemente avvertito Melucci, ma la perdita è anche perdita della certezza di azione e reazione (che cosa farò, cosa mi succederà) e perdita della certezza ermeneutica (che senso dare a quello che mi avviene), quindi incertezza. In una situazione siffatta, più complicatasi che semplificatasi negli ultimi anni, i bisogni di orientamento, complice lo sfaldarsi dei riti di passaggio, delletransizioni certe, emergono con maggior forza. Venendo a mancare alcuni dei principali riferimenti tradizionali ci si interroga su quali possano sostituirli ed in che modo. Baumann ha definito questi anni un tempo di deregulation. “Ciò non significa, però, che gli ideali di bellezza, pulizia, ordine che avevano accompagnato gli uomini e le donne nel loro viaggio dentro la modernità siano stati abbandonati o che abbiano perso il loro lustro originale. Al contrario, essi oggi devono essere perseguiti e realizzati, attraverso sforzi, percorsi e volontà individuali.” Si sottolinea l’importanza e la peculiarità dei percorsi che perdono, data la molteplicità delle opportunità, delle possibilità, delle informazioni, le caratteristiche di componibilità categoriale omogenea (cioè, ad esempio, i giovani di una zona che potevano compiere percorsi molto simili), sarebbe a dire che, essendo le tessere a disposizione moltissime, la scelta e la composizione di esse ha probabilità molto bassa di essere non uguale, ma simile in due soggetti, per quanto abbiano stessi luoghi, tempi, opportunità. La ricchezza, anzi l’eccesso di questi moduli o tessere, rischia però di produrre una sovrabbondanza per la quale ricomporre l’unità diventi problematico.
2000
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/125529
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