I fenomeni erosivi sul territorio italiano sono molto diffusi. Nel corso degli anni sono state sviluppate diverse tecniche di protezione del suolo e di rinaturalizzazione; fra queste emerge un’innovativa tecnologia naturale che impiega esclusivamente piante erbacee perenni a radicazione profonda e consente di operare anche in aree in cui le condizioni pedo-climatiche erano fino a pochi anni fa ritenute proibitive per lo sviluppo della vegetazione. L’impianto di radici profonde nel terreno, in particolare di radici sottili e di elevata resistenza a trazione, appare promettente anche nei riguardi dei fenomeni di instabilità superficiale dei versanti. Come infatti ben noto nella letteratura specialistica (es.: Gray e Sotir, 1996), l’impianto di radici nel terreno favorisce generalmente un incremento della resistenza a taglio entro lo spessore radicato; in realtà, il fenomeno dipende da due processi distinti: in primo luogo, il rinforzo meccanico offerto dalle radici; in secondo luogo, la capacità dell’intero impianto erbaceo di influire, anche significativamente, sul bilancio idrologico dell’area di interesse, per la capacità dell’apparato epigeo di intercettare parte della precipitazione e dell’intera pianta di assorbire acqua dal terreno trasferendola all’atmosfera per traspirazione. Il problema dell’interazione - di natura meccanica e idraulica - tra la radice ed il terreno diventa fondamentale allorché l’impianto con apparato radicale profondo abbia quindi il duplice scopo di assolvere alla primaria funzione di protezione dall’erosione e, secondariamente, di contenere eventuali fenomeni superficiali - spessori delle coltri in movimento non superiori a 1 ÷ 1.5 m - di instabilità dei versanti. Il problema è evidentemente complesso, dal momento che i fenomeni in gioco sono molteplici ed il loro studio richiede competenze specifiche in diversi settori, dall’agronomia, alla fisica dei terreni, all’idraulica. Da un punto di vista analitico-numerico, è fondamentale rispettare l’equazione di bilancio delle masse, tenendo conto dei fenomeni di evaporazione del suolo, traspirazione delle piante, infiltrazione di acqua nel terreno, ruscellamento lungo il pendio. In questa monografia si illustrano e si commentano criticamente i risultati di una recente attività di ricerca inerente l’analisi degli interventi di impianti radicali nel terreno per la stabilizzazione di coltri superficiali ed il controllo dell’erosione. L’attenzione è rivolta principalmente alla valutazione dell’incremento di resistenza a taglio offerto al terreno da radici di piante erbacee ad elevata resistenza a trazione.

Interazione terreno-vegetazione nei fenomeni superficiali di instabilità dei versanti

CECCONI, Manuela;PANE, Vincenzo;
2014

Abstract

I fenomeni erosivi sul territorio italiano sono molto diffusi. Nel corso degli anni sono state sviluppate diverse tecniche di protezione del suolo e di rinaturalizzazione; fra queste emerge un’innovativa tecnologia naturale che impiega esclusivamente piante erbacee perenni a radicazione profonda e consente di operare anche in aree in cui le condizioni pedo-climatiche erano fino a pochi anni fa ritenute proibitive per lo sviluppo della vegetazione. L’impianto di radici profonde nel terreno, in particolare di radici sottili e di elevata resistenza a trazione, appare promettente anche nei riguardi dei fenomeni di instabilità superficiale dei versanti. Come infatti ben noto nella letteratura specialistica (es.: Gray e Sotir, 1996), l’impianto di radici nel terreno favorisce generalmente un incremento della resistenza a taglio entro lo spessore radicato; in realtà, il fenomeno dipende da due processi distinti: in primo luogo, il rinforzo meccanico offerto dalle radici; in secondo luogo, la capacità dell’intero impianto erbaceo di influire, anche significativamente, sul bilancio idrologico dell’area di interesse, per la capacità dell’apparato epigeo di intercettare parte della precipitazione e dell’intera pianta di assorbire acqua dal terreno trasferendola all’atmosfera per traspirazione. Il problema dell’interazione - di natura meccanica e idraulica - tra la radice ed il terreno diventa fondamentale allorché l’impianto con apparato radicale profondo abbia quindi il duplice scopo di assolvere alla primaria funzione di protezione dall’erosione e, secondariamente, di contenere eventuali fenomeni superficiali - spessori delle coltri in movimento non superiori a 1 ÷ 1.5 m - di instabilità dei versanti. Il problema è evidentemente complesso, dal momento che i fenomeni in gioco sono molteplici ed il loro studio richiede competenze specifiche in diversi settori, dall’agronomia, alla fisica dei terreni, all’idraulica. Da un punto di vista analitico-numerico, è fondamentale rispettare l’equazione di bilancio delle masse, tenendo conto dei fenomeni di evaporazione del suolo, traspirazione delle piante, infiltrazione di acqua nel terreno, ruscellamento lungo il pendio. In questa monografia si illustrano e si commentano criticamente i risultati di una recente attività di ricerca inerente l’analisi degli interventi di impianti radicali nel terreno per la stabilizzazione di coltri superficiali ed il controllo dell’erosione. L’attenzione è rivolta principalmente alla valutazione dell’incremento di resistenza a taglio offerto al terreno da radici di piante erbacee ad elevata resistenza a trazione.
2014
9788890642173
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1268097
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