La riforma societaria del 2003 ha inciso sulla disciplina della liquidazione delle società di capitali sia prevedendo la facoltà dei soci di deliberare a maggioranza la revoca dello stato di liquidazione, sia ampliando la capacità della società di compiere atti di esercizio dell’impresa durante la fase di liquidazione. Tali novità si pongono in linea con lo spirito della riforma, tesa ad allentare le maglie in cui era precedentemente astretta l’autonomia statutaria delle società di capitali, stabilendo tuttavia al contempo congrui contrappesi finalizzati ad assicurare che non siano pretermesse né le legittime aspettative dei soci dissenzienti alla liquidazione della quota né le ragioni dei creditori sociali ove dovessero essere compromesse le loro garanzie patrimoniali. L’opzione ermeneutica alla base dello studio è che in presenza di più interpretazioni possibili debba privilegiarsi quella che più favorevole ai soggetti controinteressati, le cui ragioni rappresentano, dunque, un limite invalicabile all’espressione della maggiore libertà riconosciuta ai soci, pena, altrimenti, il rischio che venga minata la fiducia nei confronti dell’istituzione societaria.
Libertà e responsabilità nella fase di liquidazione delle società di capitali
PARRELLA, Filippo
2006
Abstract
La riforma societaria del 2003 ha inciso sulla disciplina della liquidazione delle società di capitali sia prevedendo la facoltà dei soci di deliberare a maggioranza la revoca dello stato di liquidazione, sia ampliando la capacità della società di compiere atti di esercizio dell’impresa durante la fase di liquidazione. Tali novità si pongono in linea con lo spirito della riforma, tesa ad allentare le maglie in cui era precedentemente astretta l’autonomia statutaria delle società di capitali, stabilendo tuttavia al contempo congrui contrappesi finalizzati ad assicurare che non siano pretermesse né le legittime aspettative dei soci dissenzienti alla liquidazione della quota né le ragioni dei creditori sociali ove dovessero essere compromesse le loro garanzie patrimoniali. L’opzione ermeneutica alla base dello studio è che in presenza di più interpretazioni possibili debba privilegiarsi quella che più favorevole ai soggetti controinteressati, le cui ragioni rappresentano, dunque, un limite invalicabile all’espressione della maggiore libertà riconosciuta ai soci, pena, altrimenti, il rischio che venga minata la fiducia nei confronti dell’istituzione societaria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.