L’esigenza di una classificazione sismica degli edifici esistenti nasce dalla particolare condizione di rischio delle costruzioni italiane, caratterizzate spesso dalla negativa combinazione tra un’alta vulnerabilità, una elevata pericolosità (almeno in gran parte del territorio) e una forte esposizione. Tale situazione ha portato, nei sismi passati, a perdite gravissime, sia in termini di vite umane che dal punto di vista economico. Basti ricordare come negli ultimi 50 anni le emergenze del terremoto hanno pesato sul bilancio dello Stato per circa 130 miliardi di euro (2,6 miliardi di euro all’anno)con perdite di vite umane stimabili, per lo stesso periodo, in oltre 4700 vittime. Lo sviluppo di una appropriata strategia di prevenzione appare la strada più opportuna per affrontare il problema e, in tale direzione, un punto di particolare rilievo è rappresentato dalla valutazione del rischio sismico delle costruzioni, riferimento necessario per qualunque strumento operativo rivolto a individuare priorità e destinazione di risorse. Per questo motivo da più parti si stanno proponendo metodi più o meno speditivi, rivolti ad attribuire una “classe sismica” agli edifici esistenti, in maniera analoga a quanto si sta già facendo in campo energetico. La conoscenza della classe sismica degli edifici permetterebbe peraltro di sensibilizzare proprietari ed utilizzatori delle costruzioni in questione al problema della risposta sismica, e quindi a quella dei danni attesi in caso di sisma. Tale parametro può costituire anche un importante parametro di tipo economico,sia per il valore effettivo di un edificio che per la valutazione degli oneri per eventuali coperture assicurative.

Il metodo EAL-M per la classificazione sismica degli edifici in muratura esistenti: confronto tra diversi metodi proposti e prime considerazioni sull’estensione alle altre tipologie

BORRI, Antonio;
2014

Abstract

L’esigenza di una classificazione sismica degli edifici esistenti nasce dalla particolare condizione di rischio delle costruzioni italiane, caratterizzate spesso dalla negativa combinazione tra un’alta vulnerabilità, una elevata pericolosità (almeno in gran parte del territorio) e una forte esposizione. Tale situazione ha portato, nei sismi passati, a perdite gravissime, sia in termini di vite umane che dal punto di vista economico. Basti ricordare come negli ultimi 50 anni le emergenze del terremoto hanno pesato sul bilancio dello Stato per circa 130 miliardi di euro (2,6 miliardi di euro all’anno)con perdite di vite umane stimabili, per lo stesso periodo, in oltre 4700 vittime. Lo sviluppo di una appropriata strategia di prevenzione appare la strada più opportuna per affrontare il problema e, in tale direzione, un punto di particolare rilievo è rappresentato dalla valutazione del rischio sismico delle costruzioni, riferimento necessario per qualunque strumento operativo rivolto a individuare priorità e destinazione di risorse. Per questo motivo da più parti si stanno proponendo metodi più o meno speditivi, rivolti ad attribuire una “classe sismica” agli edifici esistenti, in maniera analoga a quanto si sta già facendo in campo energetico. La conoscenza della classe sismica degli edifici permetterebbe peraltro di sensibilizzare proprietari ed utilizzatori delle costruzioni in questione al problema della risposta sismica, e quindi a quella dei danni attesi in caso di sisma. Tale parametro può costituire anche un importante parametro di tipo economico,sia per il valore effettivo di un edificio che per la valutazione degli oneri per eventuali coperture assicurative.
2014
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