Un lembo d’altipiano appenninico stretto fra i Monti Reatini ad ovest (Lazio), i Sibillini a nord (Umbria-Marche), i Monti della Laga ad est e il massiccio del Gran Sasso a sud (Abruzzo) – segnato da confini amministrativi arbitrari – ha saputo preservare ben oltre il XX secolo una straordinaria ricchezza di forme tradizionali. I modi di canto ad una e a due voci del lavoro contadino, le forme satiriche e d’intrattenimento giocoso, i lamenti delle prèfiche, la sprezzatura d’ascendenza pastorale dei poeti improvvisatori – ormai diventata patrimonio popolare “metropolitano” –, l’arcaico strumento bicalamo capace di custodire un’originale ritualità nuziale come di scatenare il ritmo “bacchico” del ballo saltato: tutto questo, nell’incerta compresenza di tempi remoti e di tenaci persistenze espressive che tracimano nei labirinti comunicativi della rete, nel mentre inventano una “vita seconda”, non arresa ai consumi e agli abusi di senso del dopo-storia. Attraverso una mappatura grandangolare dell’intero territorio – nella sua singolarità storico-sociale e geo-antropologica – gli autori si fanno interpreti di una musicalità antica, di una resistente attualità orale senza pari.
La sposa lamentava e l'Amatrice... Poesia e musica della tradizione alto-sabina
PALOMBINI, GIANCARLO;
2014
Abstract
Un lembo d’altipiano appenninico stretto fra i Monti Reatini ad ovest (Lazio), i Sibillini a nord (Umbria-Marche), i Monti della Laga ad est e il massiccio del Gran Sasso a sud (Abruzzo) – segnato da confini amministrativi arbitrari – ha saputo preservare ben oltre il XX secolo una straordinaria ricchezza di forme tradizionali. I modi di canto ad una e a due voci del lavoro contadino, le forme satiriche e d’intrattenimento giocoso, i lamenti delle prèfiche, la sprezzatura d’ascendenza pastorale dei poeti improvvisatori – ormai diventata patrimonio popolare “metropolitano” –, l’arcaico strumento bicalamo capace di custodire un’originale ritualità nuziale come di scatenare il ritmo “bacchico” del ballo saltato: tutto questo, nell’incerta compresenza di tempi remoti e di tenaci persistenze espressive che tracimano nei labirinti comunicativi della rete, nel mentre inventano una “vita seconda”, non arresa ai consumi e agli abusi di senso del dopo-storia. Attraverso una mappatura grandangolare dell’intero territorio – nella sua singolarità storico-sociale e geo-antropologica – gli autori si fanno interpreti di una musicalità antica, di una resistente attualità orale senza pari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.