Introduzione: È ormai noto che gli stimoli emotigeni catturano le risorse attentive in modo prioritario rispetto a stimoli neutri. Tuttavia, risulta essere ancora piuttosto inesplorato l’impatto degli stimoli emotigeni sull’attenzione quando essi sono irrilevanti per il compito corrente. L’obiettivo di questo studio è investigare a livello comportamentale e neurale (fMRI) l’impatto di stimoli emotigeni sulle risorse attentive al variare della loro rilevanza per il compito corrente. Metodo: Durante scansione fMRI, 22 soggetti hanno preso parte ad un compito di ricerca visiva con scene quotidiane, implicanti un elevato livello di complessità. Tali scene includevano stimoli emotigeni, sia di valenza positiva che negativa, i quali potevano essere l’oggetto target per il compito di ricerca visiva (localizzazione del target nell’emicampo destro o sinistro della scena) o un semplice distrattore (i.e., il target era un altro oggetto neutro all’interno della scena). Risultati: A livello comportamentale è stata rilevata una facilitazione nell’individuare target emotigeni rispetto a target neutri. Le analisi fMRI hanno indicato che le scene in cui erano presenti stimoli negativi, indipendentemente dalla loro rilevanza, producevano attivazione dell’insula, area nota per il processamento emotivo. Inoltre, quando lo stimolo emotigeno era un distrattore, indipendentemente dalla sua valenza, produceva attivazione del circuito attentivo dorsale fronto-parietale (dFP), indicando uno sforzo cognitivo nel disancorare le risorse attentive dal distrattore emotigeno per reinderizzarle verso il target neutro. Conclusioni: Questi risultati suggeriscono che stimoli emotigeni, indipendentemente dalla loro valenza, catturano le risorse attentive e rendono difficile reindirizzarle verso elementi neutri della scena. Per fronteggiare la distrazione prodotta dagli stimoli emotigeni appare necessario il coinvolgimento di controllo top/down, come evidenziato dall’attivazione del circuito dFP.

L’impatto di stimoli emotigeni nella cattura attentiva in compiti di ricerca visiva con scene complesse

SANTANGELO, Valerio
2015

Abstract

Introduzione: È ormai noto che gli stimoli emotigeni catturano le risorse attentive in modo prioritario rispetto a stimoli neutri. Tuttavia, risulta essere ancora piuttosto inesplorato l’impatto degli stimoli emotigeni sull’attenzione quando essi sono irrilevanti per il compito corrente. L’obiettivo di questo studio è investigare a livello comportamentale e neurale (fMRI) l’impatto di stimoli emotigeni sulle risorse attentive al variare della loro rilevanza per il compito corrente. Metodo: Durante scansione fMRI, 22 soggetti hanno preso parte ad un compito di ricerca visiva con scene quotidiane, implicanti un elevato livello di complessità. Tali scene includevano stimoli emotigeni, sia di valenza positiva che negativa, i quali potevano essere l’oggetto target per il compito di ricerca visiva (localizzazione del target nell’emicampo destro o sinistro della scena) o un semplice distrattore (i.e., il target era un altro oggetto neutro all’interno della scena). Risultati: A livello comportamentale è stata rilevata una facilitazione nell’individuare target emotigeni rispetto a target neutri. Le analisi fMRI hanno indicato che le scene in cui erano presenti stimoli negativi, indipendentemente dalla loro rilevanza, producevano attivazione dell’insula, area nota per il processamento emotivo. Inoltre, quando lo stimolo emotigeno era un distrattore, indipendentemente dalla sua valenza, produceva attivazione del circuito attentivo dorsale fronto-parietale (dFP), indicando uno sforzo cognitivo nel disancorare le risorse attentive dal distrattore emotigeno per reinderizzarle verso il target neutro. Conclusioni: Questi risultati suggeriscono che stimoli emotigeni, indipendentemente dalla loro valenza, catturano le risorse attentive e rendono difficile reindirizzarle verso elementi neutri della scena. Per fronteggiare la distrazione prodotta dagli stimoli emotigeni appare necessario il coinvolgimento di controllo top/down, come evidenziato dall’attivazione del circuito dFP.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1344773
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