Cyrano de Bergerac non è stato solamente l’appassionato spadaccino narrato da Rostand alla fine dell’800. Fine studioso e originalissimo letterato, fu anche e soprattutto uno degli esponenti più significativi e originali del libertinismo seicentesco. La sua opera principale, L’Autre Monde, composta dai due romanzi filosofici Les Estats et Empires de la Lune e Les Estats et Empires du Soleil, descrive attraverso l’ironia mondi “altri”, non–luoghi fantastici, punti di vista diversi dai quali guardare la nostra terra. Il volume riflette su due aspetti dell’utopia cyraniana: la forma delle città, che sulla luna si muovono o si avvitano nel terreno, e l’autorità politica, che, nella perfetta repubblica solare degli uccelli, svela inaspettati tratti “demoniaci”. L’utopia di Cyrano contiene in sé, tra le righe, la propria autocritica e può così essere letta mettendo a frutto la categoria foucaultiana di “eterotopia”. Ricca di significati che sovrappongono in maniera multiforme il piano reale con quello ideale, essa interroga l’uomo e la sua ridimensionata posizione in una natura nella quale non esistono gerarchie tra gli esseri che la compongono.

L'utopia in Cyrano de Bergerac. La città, il potere, la libertà

Romina Perni
2016

Abstract

Cyrano de Bergerac non è stato solamente l’appassionato spadaccino narrato da Rostand alla fine dell’800. Fine studioso e originalissimo letterato, fu anche e soprattutto uno degli esponenti più significativi e originali del libertinismo seicentesco. La sua opera principale, L’Autre Monde, composta dai due romanzi filosofici Les Estats et Empires de la Lune e Les Estats et Empires du Soleil, descrive attraverso l’ironia mondi “altri”, non–luoghi fantastici, punti di vista diversi dai quali guardare la nostra terra. Il volume riflette su due aspetti dell’utopia cyraniana: la forma delle città, che sulla luna si muovono o si avvitano nel terreno, e l’autorità politica, che, nella perfetta repubblica solare degli uccelli, svela inaspettati tratti “demoniaci”. L’utopia di Cyrano contiene in sé, tra le righe, la propria autocritica e può così essere letta mettendo a frutto la categoria foucaultiana di “eterotopia”. Ricca di significati che sovrappongono in maniera multiforme il piano reale con quello ideale, essa interroga l’uomo e la sua ridimensionata posizione in una natura nella quale non esistono gerarchie tra gli esseri che la compongono.
2016
978-88-548-8982-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1457143
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