A fare di Fernando Pessoa uno dei maggiori poeti, in assoluto, del Novecento non è soltanto il gioco eteronimico o l’essenza di una poesia che per le sue caratteristiche estetiche ha potuto travalicare postumamente i ristretti confini del Portogallo e porsi, quale esempio supremo della modernità, all’attenzione di un pubblico molto più vasto. Vi sono anche altri aspetti da considerare, quali l’epicità, il profetismo, lo spirito mitogenico. Sono queste, al pari o forse più dell’intrigante spersonalizzazione eteronimica, le caratteristiche che rendono la poesia pessoana unica, e per certi versi insuperata, nel panorama letterario novecentesco. E non solo perché esse la situano, sostanzialmente, fuori da un tempo e un luogo determinati, e dunque la universalizzano, ma anche perché rappresentano il trait d’union tra il “poeta” e il “pensatore”, legame da tenere sempre da conto allorquando si voglia davvero indagare e decifrare il pathos di Pessoa. Paradigmatica in tal senso risulta tutta la sua produzione poetica mitico-esoterica, alla quale si riporta proprio l’ode «Alla memoria del Presidente-Re Sidónio Pais» (1920), tra le più belle elegie mai scritte in lingua portoghese. Difatti, in questo poema, dedicato al generale Sidónio Pais (Presidente della Repubblica Portoghese dall’8 dicembre 1917 al 14 dicembre 1918, giorno del suo assassinio) e che si situa sulla stessa linea del più celebre «Messaggio» (1934), oltre alla concomitanza, suo asse portante, di epicità, di mitogenia e di profetismo, risulta palese la presenza di un corpo ideologico, pur se traslato per il tramite del “sebastianismo”, che ne fa un’opera indubbiamente patriottica e nazionalista.

Alla memoria del Presidente-Re Sidónio Pais. Saggio introduttivo e traduzione di Brunello De Cusatis. Nuova versione riveduta

DE CUSATIS, Brunello Natale
2010

Abstract

A fare di Fernando Pessoa uno dei maggiori poeti, in assoluto, del Novecento non è soltanto il gioco eteronimico o l’essenza di una poesia che per le sue caratteristiche estetiche ha potuto travalicare postumamente i ristretti confini del Portogallo e porsi, quale esempio supremo della modernità, all’attenzione di un pubblico molto più vasto. Vi sono anche altri aspetti da considerare, quali l’epicità, il profetismo, lo spirito mitogenico. Sono queste, al pari o forse più dell’intrigante spersonalizzazione eteronimica, le caratteristiche che rendono la poesia pessoana unica, e per certi versi insuperata, nel panorama letterario novecentesco. E non solo perché esse la situano, sostanzialmente, fuori da un tempo e un luogo determinati, e dunque la universalizzano, ma anche perché rappresentano il trait d’union tra il “poeta” e il “pensatore”, legame da tenere sempre da conto allorquando si voglia davvero indagare e decifrare il pathos di Pessoa. Paradigmatica in tal senso risulta tutta la sua produzione poetica mitico-esoterica, alla quale si riporta proprio l’ode «Alla memoria del Presidente-Re Sidónio Pais» (1920), tra le più belle elegie mai scritte in lingua portoghese. Difatti, in questo poema, dedicato al generale Sidónio Pais (Presidente della Repubblica Portoghese dall’8 dicembre 1917 al 14 dicembre 1918, giorno del suo assassinio) e che si situa sulla stessa linea del più celebre «Messaggio» (1934), oltre alla concomitanza, suo asse portante, di epicità, di mitogenia e di profetismo, risulta palese la presenza di un corpo ideologico, pur se traslato per il tramite del “sebastianismo”, che ne fa un’opera indubbiamente patriottica e nazionalista.
2010
9788890356346
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/146768
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