L'intento dell'articolo è di riflettere su uno dei temi centrali della filosofia politica kantiana: la pubblicità, considerata il centro dell'accordo della politica con la morale e intesa come esercizio, da parte dei cittadini, del controllo pubblico del potere. Partendo dall'”Appendice” di Per la pace perpetua, ma con riferimento anche ad altre opere kantiane, vengono presentate diverse accezioni del termine “pubblicità”. A questo scopo l'articolo si concentra su un duplice livello di analisi. Dapprima quello giuridico, che riguarda le due formule trascendentali del diritto pubblico, grazie alle quali Kant definisce l'accordo della politica con la morale e fornisce uno strumento per rilevare la giustizia e l'ingiustizia delle massime che determinano le azioni politiche sulla base della loro disponibilità o meno ad essere pubblicizzate. Il secondo livello è, invece, quello per cui la pubblicità è un “metodo illuministico”, legato all'uso pubblico della ragione (distinto dall'uso privato, così come Kant lo presenta nella Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?). Tale uso, libero e autonomo, deve essere concesso a tutti e si rivolge a un Publicum che coincide, potenzialmente, con tutto il mondo. La forma di governo repubblicana rappresenta il contesto istituzionale in cui i due livelli si saldano, dove il controllo pubblico del potere e la libertà del pubblico uso della ragione sono strutturalmente garantiti. Sullo sfondo emerge anche una riflessione sulla distinzione tra diritto e etica nella proposta politica kantiana e sul ruolo che giocano le disposizioni del singolo individuo nell'esercizio del controllo pubblico.

Il controllo pubblico del potere e la forma di governo repubblicana in Kant

Romina Perni
2019

Abstract

L'intento dell'articolo è di riflettere su uno dei temi centrali della filosofia politica kantiana: la pubblicità, considerata il centro dell'accordo della politica con la morale e intesa come esercizio, da parte dei cittadini, del controllo pubblico del potere. Partendo dall'”Appendice” di Per la pace perpetua, ma con riferimento anche ad altre opere kantiane, vengono presentate diverse accezioni del termine “pubblicità”. A questo scopo l'articolo si concentra su un duplice livello di analisi. Dapprima quello giuridico, che riguarda le due formule trascendentali del diritto pubblico, grazie alle quali Kant definisce l'accordo della politica con la morale e fornisce uno strumento per rilevare la giustizia e l'ingiustizia delle massime che determinano le azioni politiche sulla base della loro disponibilità o meno ad essere pubblicizzate. Il secondo livello è, invece, quello per cui la pubblicità è un “metodo illuministico”, legato all'uso pubblico della ragione (distinto dall'uso privato, così come Kant lo presenta nella Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?). Tale uso, libero e autonomo, deve essere concesso a tutti e si rivolge a un Publicum che coincide, potenzialmente, con tutto il mondo. La forma di governo repubblicana rappresenta il contesto istituzionale in cui i due livelli si saldano, dove il controllo pubblico del potere e la libertà del pubblico uso della ragione sono strutturalmente garantiti. Sullo sfondo emerge anche una riflessione sulla distinzione tra diritto e etica nella proposta politica kantiana e sul ruolo che giocano le disposizioni del singolo individuo nell'esercizio del controllo pubblico.
2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1471273
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