Separazione fisica tra due spazi distinti e al contempo varco mediante cui a tali spazi è concesso di entrare in comunicazione, la porta simboleggia la dimensione ambigua del passaggio: una membrana che, per la propria condizione di attraversabilità, è capace di stabilire, ma anche di impedire, una relazione tra due luoghi. Storicamente, il valore simbolico della porta è sancito dalla presenza di entità divine poste a protezione del passaggio e si traduce nella particolare enfasi progettuale attribuita a tale elemento, che si conferma al variare della sua scala. Esistono porte alla ‘scala urbana’, che suggellano il passaggio tra l’esterno e l’interno della città, proteggendola dagli attacchi esterni o dischiudendone l’anima ai suoi visitatori. Esistono porte alla ‘scala architettonica’, che definiscono una soglia tra due spazi di un edificio, descrivendone le rispettive identità o lasciando interagire i loro aspetti comuni. Esistono porte alla ‘scala oggettuale’ in senso lato, che fungono da varchi esperienziali tra due stadi della conoscenza, stabilendo una continuità nell’attraversamento o delimitando nettamente due livelli di consapevolezza. E, nell’era contemporanea, il significato della porta si arricchisce di un’ulteriore accezione, determinata dalla sua trasformazione da reale a ‘virtuale’. A partire da tali declinazioni di scala, il contributo presenta in rassegna quattro esperienze di ricerca appartenenti al contesto umbro e recentemente sviluppate nell’ambito dell’attività di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia, con l’intento di delineare le tappe di un percorso che, seppur apparentemente eterogeneo, evidenzia un’unitarietà di lettura critica del ruolo della porta e della sua identità di ‘spazio di passaggio’ tra luoghi, tra tempi e, più in generale, tra stadi. Physical separation between two different spaces and at the same time a passage through which these spaces can communicate, the door symbolizes the ambiguous dimension of the passage: a membrane that, because of its condition of crossing, is able to establish, but also to prevent, a relationship between two places. Historically, the symbolic value of the door is embodied by the presence of divine entities placed to protect the passage and is reflected in the particular design emphasis given to this element, which is confirmed by the variation of its scale. There are doors to the ‘urban scale’, which seal the passage between the outside and the inside of the city, protecting it from external attacks or opening its soul to its visitors. There are doors to the ‘architectural scale’, which define a threshold between two spaces in a building, describing their respective identities or making their common aspects interact. There are doors to the ‘object scale’ in the broad sense, which are experiential pathways between two stages of knowledge, establishing continuity in crossing or marking two levels of awareness. And, in the contemporary era, the meaning of the door is enriched with a further meaning, determined by its transformation from real to ‘virtual’. Starting from these variations of scale, the contribution presents four research experiences belonging to the Umbrian context and recently developed within the research activities of the Civil and Environmental Engineering Department of the University of Perugia. The purpose consists in outlining the stages of a path that, although apparently heterogeneous, highlights a unity of critical reading of the role of the door and its identity as a ‘space of passage’ between places, between times and, more generally, between stages.

IN-TRA PERUGIA. L’identità ambigua della porta tra delimitazione e connessione

Paolo Belardi;Valeria Menchetelli
;
Luca Martini;Giovanna Ramaccini
2020

Abstract

Separazione fisica tra due spazi distinti e al contempo varco mediante cui a tali spazi è concesso di entrare in comunicazione, la porta simboleggia la dimensione ambigua del passaggio: una membrana che, per la propria condizione di attraversabilità, è capace di stabilire, ma anche di impedire, una relazione tra due luoghi. Storicamente, il valore simbolico della porta è sancito dalla presenza di entità divine poste a protezione del passaggio e si traduce nella particolare enfasi progettuale attribuita a tale elemento, che si conferma al variare della sua scala. Esistono porte alla ‘scala urbana’, che suggellano il passaggio tra l’esterno e l’interno della città, proteggendola dagli attacchi esterni o dischiudendone l’anima ai suoi visitatori. Esistono porte alla ‘scala architettonica’, che definiscono una soglia tra due spazi di un edificio, descrivendone le rispettive identità o lasciando interagire i loro aspetti comuni. Esistono porte alla ‘scala oggettuale’ in senso lato, che fungono da varchi esperienziali tra due stadi della conoscenza, stabilendo una continuità nell’attraversamento o delimitando nettamente due livelli di consapevolezza. E, nell’era contemporanea, il significato della porta si arricchisce di un’ulteriore accezione, determinata dalla sua trasformazione da reale a ‘virtuale’. A partire da tali declinazioni di scala, il contributo presenta in rassegna quattro esperienze di ricerca appartenenti al contesto umbro e recentemente sviluppate nell’ambito dell’attività di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia, con l’intento di delineare le tappe di un percorso che, seppur apparentemente eterogeneo, evidenzia un’unitarietà di lettura critica del ruolo della porta e della sua identità di ‘spazio di passaggio’ tra luoghi, tra tempi e, più in generale, tra stadi. Physical separation between two different spaces and at the same time a passage through which these spaces can communicate, the door symbolizes the ambiguous dimension of the passage: a membrane that, because of its condition of crossing, is able to establish, but also to prevent, a relationship between two places. Historically, the symbolic value of the door is embodied by the presence of divine entities placed to protect the passage and is reflected in the particular design emphasis given to this element, which is confirmed by the variation of its scale. There are doors to the ‘urban scale’, which seal the passage between the outside and the inside of the city, protecting it from external attacks or opening its soul to its visitors. There are doors to the ‘architectural scale’, which define a threshold between two spaces in a building, describing their respective identities or making their common aspects interact. There are doors to the ‘object scale’ in the broad sense, which are experiential pathways between two stages of knowledge, establishing continuity in crossing or marking two levels of awareness. And, in the contemporary era, the meaning of the door is enriched with a further meaning, determined by its transformation from real to ‘virtual’. Starting from these variations of scale, the contribution presents four research experiences belonging to the Umbrian context and recently developed within the research activities of the Civil and Environmental Engineering Department of the University of Perugia. The purpose consists in outlining the stages of a path that, although apparently heterogeneous, highlights a unity of critical reading of the role of the door and its identity as a ‘space of passage’ between places, between times and, more generally, between stages.
2020
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