Il matrimonio del Generale. Tra vecchio e nuovo diritto, la mai sopita questione della riserva di giurisdizione a favore dei tribunali ecclesiastici in materia di nullità del matrimonio.

La singolare vicenda sottesa alla pronuncia di annullamento del matrimonio, contratto da Giuseppe Garibaldi con la marchesa Giuseppina Raimondi il 24 gennaio 1860 in Como, consente innanzitutto di rileggere alcuni tratti del profilo umano e familiare del "Generale", filtrati attraverso il complesso sistema normativo entro il quale l'atto si inscriveva, che inevitabilmente ne condizionava gli esiti. Il saggio fornisce in primo luogo un resoconto degli intricati problemi di interpretazione che insorsero nella individuazione della legge da applicare alla fattispecie ratione temporis et ratione loci. L'indagine si sposta quindi, inevitabilmente, sulla innegabile forzatura del sistema operata dalla Corte d'Appello di Roma con la sentenza 14 gennaio 1880, che sembra sovvertire alcuni dei principi cardine del nuovo ordinamento dell'Italia Unita, oltre a generare un conflitto, non ancora sopito, tra giurisdizione dello Stato e giurisdizione ecclesiastica in materia di annullamento del matrimonio.