L’attesa dell’altro: Resurrezione, al tempo del Covid

Il 2020, doveva essere l’anno nefasto che dovevamo dimenticare, come una parentesi tragica del nostro tempo: altri eventi pandemici hanno colpito la storia dell’umanità ma forse questo ha caratteri suoi specifici soprattutto perché tocca le sicurezze di un mondo, certo che la costante crescita economica avesse potuto garantire un crescente benessere per tutti. Una sorta di onnipotenza dell’uomo sulla natura, per così dire, che rafforza(va) le certezze dell’occidente evoluto, sembra essere profondamente e irrimediabilmente ferita. E l’uomo torna a fare esperienza di quel limite, che infine è l’essenza stessa dell’essere umano: «L’essere umano, rileva Illetterati, non è un finito semplicemente nel senso che è determinato all’interno di limiti, ma nel senso che il suo modo d’essere più proprio, ovvero non riducibile ad altri modi d’essere, è la capacità di porsi sul limite, di stare in esso e di assumerlo così come costituente la propria essenza”