Quando nel 1887 fu introdotta in Italia una tariffa doganale fortemente protezionista, si formò un piccolo movimento d’opinione risolutamente avverso alla politica di protezione daziaria e d’intervento dello stato nell’economia. Composto non solo da importanti economisti, per due volte, nel 1904 e nel 1913-14, esso cercò senza fortuna di dotarsi di una struttura organizzativa, per meglio combattere il protezionismo doganale, i monopoli, i parassitismi, gli sprechi, l’aumento artificioso dei prezzi e i privilegi di quei gruppi economici che ricevevano sostanziosi aiuti da parte dello stato. La rigida supervisione alla quale durante la prima guerra mondiale la mano pubblica sottopose tutta la vita economica del paese, la lentezza con cui, a conflitto concluso, si provvide allo smantellamento della «bardatura di guerra » e, nel 1921, l’approvazione di una tariffa doganale ancora più severa di quella del 1887 fornirono nuovi stimoli ai liberisti italiani, tanto che nel 1922 essi riuscirono a darsi finalmente uno stabile assetto organizzativo. Nel novembre di quell’anno fu costituito, per volontà di Einaudi e Giretti, il Gruppo libero-scambista italiano, dissoltosi quattro anni più tardi a causa della politica intollerante e repressiva del fascismo. Come questo libro dimostra, grazie a una documentazione ricchissima e quasi tutta inedita, la vera anima del movimento italiano per la libertà economica, nella sua lotta in difesa degli interessi dei consumatori, dei contribuenti, degli agricoltori piccoli e medi, delle industrie esportatrici e del Mezzogiorno, fu, dalla fine dell’Ottocento sino agli anni della dittatura fascista, il piemontese Edoardo Giretti, piccolo imprenditore serico, dirigente del movimento pacifista, deputato radicale dal 1913 al 1919 e per oltre un quarantennio strenuo quanto sfortunato propugnatore dei principii del libero mercato.

Il tramonto di un'illusione. Edoardo Giretti e il movimento liberista italiano dalla prima guerra mondiale al fascismo

D'ANGELO, Lucio
2011

Abstract

Quando nel 1887 fu introdotta in Italia una tariffa doganale fortemente protezionista, si formò un piccolo movimento d’opinione risolutamente avverso alla politica di protezione daziaria e d’intervento dello stato nell’economia. Composto non solo da importanti economisti, per due volte, nel 1904 e nel 1913-14, esso cercò senza fortuna di dotarsi di una struttura organizzativa, per meglio combattere il protezionismo doganale, i monopoli, i parassitismi, gli sprechi, l’aumento artificioso dei prezzi e i privilegi di quei gruppi economici che ricevevano sostanziosi aiuti da parte dello stato. La rigida supervisione alla quale durante la prima guerra mondiale la mano pubblica sottopose tutta la vita economica del paese, la lentezza con cui, a conflitto concluso, si provvide allo smantellamento della «bardatura di guerra » e, nel 1921, l’approvazione di una tariffa doganale ancora più severa di quella del 1887 fornirono nuovi stimoli ai liberisti italiani, tanto che nel 1922 essi riuscirono a darsi finalmente uno stabile assetto organizzativo. Nel novembre di quell’anno fu costituito, per volontà di Einaudi e Giretti, il Gruppo libero-scambista italiano, dissoltosi quattro anni più tardi a causa della politica intollerante e repressiva del fascismo. Come questo libro dimostra, grazie a una documentazione ricchissima e quasi tutta inedita, la vera anima del movimento italiano per la libertà economica, nella sua lotta in difesa degli interessi dei consumatori, dei contribuenti, degli agricoltori piccoli e medi, delle industrie esportatrici e del Mezzogiorno, fu, dalla fine dell’Ottocento sino agli anni della dittatura fascista, il piemontese Edoardo Giretti, piccolo imprenditore serico, dirigente del movimento pacifista, deputato radicale dal 1913 al 1919 e per oltre un quarantennio strenuo quanto sfortunato propugnatore dei principii del libero mercato.
2011
9788815149923
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/177407
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