Il lavoro muove da alcune preliminari riflessioni su due direttrici di approfondimento specifiche rispetto al tema generale dell’analisi della povertà: i legami di questa con i processi di globalizzazione e la plausibilità di una sollecitazione a introdurre supplementi di indagine per quanto attiene l’articolazione territoriale di una“data” intensità del fenomeno. La domanda di partenza, dunque, si riferisca al rapporto tra i processi di globalizzazione e quelli di impoverimento: viaggiano di pari passo oppure i secondi (crescente povertà) devono essere considerati indipendentemente dai primi? Come noto le opinioni in merito divergono e si ricorda come, in effetti, si potrebbe anche supporre - e c’è chi lo fa - che la globalizzazione contrasti la povertà e, in parallelo, riduca la disuguaglianza, ad esempio inducendo molti sistemi economici ad adottare politiche di apertura del mercato e intensificare i processi di liberalizzazione. Ma quella immagine positiva ed ottimista può essere legittimamente respinta e sostituita con una immagine speculare qualora si prenda atto del fatto che nel mondo tende ad ampliarsi il divario tra un piccolo gruppo di ricchi ed un grande gruppo di poveri. L’inconciliabilità delle posizioni tra globalizzofili e globalizzofobi è molto radicata,permane anche di fronte a numeri e dati di fatto e fa persino percepire che vi sia una mancanza di accordo sui significati stessi dei concetti messi a confronto. Da qui l’importanza di ricerche approfondite alla piccola scala per gettare un ponte tra ricerche macro- e ricerche micro-economiche.

Dinamiche globali e articolazioni locali della disuguaglianza

SACCHI, Sergio
2007

Abstract

Il lavoro muove da alcune preliminari riflessioni su due direttrici di approfondimento specifiche rispetto al tema generale dell’analisi della povertà: i legami di questa con i processi di globalizzazione e la plausibilità di una sollecitazione a introdurre supplementi di indagine per quanto attiene l’articolazione territoriale di una“data” intensità del fenomeno. La domanda di partenza, dunque, si riferisca al rapporto tra i processi di globalizzazione e quelli di impoverimento: viaggiano di pari passo oppure i secondi (crescente povertà) devono essere considerati indipendentemente dai primi? Come noto le opinioni in merito divergono e si ricorda come, in effetti, si potrebbe anche supporre - e c’è chi lo fa - che la globalizzazione contrasti la povertà e, in parallelo, riduca la disuguaglianza, ad esempio inducendo molti sistemi economici ad adottare politiche di apertura del mercato e intensificare i processi di liberalizzazione. Ma quella immagine positiva ed ottimista può essere legittimamente respinta e sostituita con una immagine speculare qualora si prenda atto del fatto che nel mondo tende ad ampliarsi il divario tra un piccolo gruppo di ricchi ed un grande gruppo di poveri. L’inconciliabilità delle posizioni tra globalizzofili e globalizzofobi è molto radicata,permane anche di fronte a numeri e dati di fatto e fa persino percepire che vi sia una mancanza di accordo sui significati stessi dei concetti messi a confronto. Da qui l’importanza di ricerche approfondite alla piccola scala per gettare un ponte tra ricerche macro- e ricerche micro-economiche.
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