Questo lavoro è parte di un progetto di ricerca riguardante lo studio delle principali sorgenti dell’Appennino Umbro-Marchigiano (centro Italia), utilizzate per uso idropotabile. La sorgente di Pacce (Morro Reatino – RI) rappresenta uno dei punti cardine dell’approvvigionamento idropotabile del territorio di competenza dell’ATO Umbria 2. Questa sorgente, in passato caratterizzata da una serie di emergenze localizzate lungo la valle alluvionale del F.sso di Leonessa, viene captata dalla metà degli anni 1950 mediante una galleria drenante. A seguito di alcune crisi idriche (fine degli anni 1960 ed inizio degli anni 1990) le acque alimentanti la sorgente vennero captate tramite un campo pozzi situato a monte della sorgente, ubicato nella coltre alluvionale. L’emungimento di questi pozzi condiziona il deflusso delle acque della galleria drenante, che nei mesi estivi risulta oggi quasi sempre asciutta. Complessivamente vengono prelevati circa 200 l/s di cui in media l’80-85 % emunti dai pozzi. L’acquifero è costituito dalle formazioni della Maiolica e dalla parte più permeabile dei Calcari Selciferi. L’acqua dell’acquifero carbonatico viene drenata dalle alluvioni di fondovalle. Sulla base delle caratteristiche idrogeologiche e strutturali delle formazioni è stato individuato un bacino di ricarica medio di circa 10 km2. Il bilancio idrogeologico indica che i volumi prelevati sono molto prossimi a quelli disponibili. Alcune misure discontinue, precedenti al 1960, indicano che in passato le portate della sorgente erano superiori alle portate oggi disponibili. Ciò è coerente con i trend delle principali stazioni termopluviometriche della zona caratterizzati, a partire dall’inizio del 1900, da un lieve incremento della temperatura ed una diminuzione delle precipitazioni. Alcune prove di pompaggio indicano che la trasmissività media equivalente è compresa tra i 5 e i 13 m2/min che, considerando uno spessore saturo di circa 35 m, si traduce in un valore di permeabilità tipico delle ghiaie (0.2-0.6 cm/s). La curva caratteristica dei pozzi mostra l'esistenza di forti perdite di carico quadratiche, difficilmente imputabili per intero al normale comportamento dell’acquifero freatico. Probabilmente un miglioramento dell’efficienza dei pozzi potrebbe essere ottenuto approfondendo i pozzi all’interno della formazione carbonatica sottostante i depositi alluvionali; ciò, pur non aumentando i volumi captabili, permetterebbe di migliorare la gestione del sistema idrogeologico e di ridurre i costi di gestione.

Studio Idrogeologico della sorgente di Pacce (Appennino Centro Settentrionale, Morro Reatino – RI)

DI MATTEO, Lucio;DRAGONI, Valter Ulderico;
2003

Abstract

Questo lavoro è parte di un progetto di ricerca riguardante lo studio delle principali sorgenti dell’Appennino Umbro-Marchigiano (centro Italia), utilizzate per uso idropotabile. La sorgente di Pacce (Morro Reatino – RI) rappresenta uno dei punti cardine dell’approvvigionamento idropotabile del territorio di competenza dell’ATO Umbria 2. Questa sorgente, in passato caratterizzata da una serie di emergenze localizzate lungo la valle alluvionale del F.sso di Leonessa, viene captata dalla metà degli anni 1950 mediante una galleria drenante. A seguito di alcune crisi idriche (fine degli anni 1960 ed inizio degli anni 1990) le acque alimentanti la sorgente vennero captate tramite un campo pozzi situato a monte della sorgente, ubicato nella coltre alluvionale. L’emungimento di questi pozzi condiziona il deflusso delle acque della galleria drenante, che nei mesi estivi risulta oggi quasi sempre asciutta. Complessivamente vengono prelevati circa 200 l/s di cui in media l’80-85 % emunti dai pozzi. L’acquifero è costituito dalle formazioni della Maiolica e dalla parte più permeabile dei Calcari Selciferi. L’acqua dell’acquifero carbonatico viene drenata dalle alluvioni di fondovalle. Sulla base delle caratteristiche idrogeologiche e strutturali delle formazioni è stato individuato un bacino di ricarica medio di circa 10 km2. Il bilancio idrogeologico indica che i volumi prelevati sono molto prossimi a quelli disponibili. Alcune misure discontinue, precedenti al 1960, indicano che in passato le portate della sorgente erano superiori alle portate oggi disponibili. Ciò è coerente con i trend delle principali stazioni termopluviometriche della zona caratterizzati, a partire dall’inizio del 1900, da un lieve incremento della temperatura ed una diminuzione delle precipitazioni. Alcune prove di pompaggio indicano che la trasmissività media equivalente è compresa tra i 5 e i 13 m2/min che, considerando uno spessore saturo di circa 35 m, si traduce in un valore di permeabilità tipico delle ghiaie (0.2-0.6 cm/s). La curva caratteristica dei pozzi mostra l'esistenza di forti perdite di carico quadratiche, difficilmente imputabili per intero al normale comportamento dell’acquifero freatico. Probabilmente un miglioramento dell’efficienza dei pozzi potrebbe essere ottenuto approfondendo i pozzi all’interno della formazione carbonatica sottostante i depositi alluvionali; ciò, pur non aumentando i volumi captabili, permetterebbe di migliorare la gestione del sistema idrogeologico e di ridurre i costi di gestione.
2003
8886698402
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