I dispositivi sociali che utilizziamo per l’inserimento dei soggetti nella dimensione collettiva, per prepararli alla vita adulta, per scegliere e disegnare, da parte di ciascuno il proprio futuro hanno, oggi, la necessità di modificarsi. La scuola, la formazione, l’orientamento sono i dispositivi che, assieme all’educazione familiare, hanno l’influenza maggiore su questi processi. Le modificazioni necessarie riguardano più piani: il piano delle finalità complessive, dei contenuti e dei curricoli, il piano delle pratiche e delle didattiche, il piano dell’organizzazione e della logistica, il piano della valutazione, il piano dei termini e dei linguaggi, il piano dei mediatori e degli strumenti didattici, il piano dei diritti e dei doveri, il piano delle competenze di chi presiede a questi processi e delle competenze come output di apprendimento. Tutto questo avviene attraverso processi che, giocoforza, non riguardano il singolo soggetto, ma il singolo soggetto inserito in una comunità, quella scolastica, formativa, del gruppo dei pari, quelle delle differenti appartenenze di cui ciascuno è portatore: “Il pensiero pedagogico e le prassi educative hanno oggi il compito di immaginare e sostenere il senso della comune umanità, rafforzare il legame sociale, promuovere il senso di comunità nel pluralismo, coltivare l’arte della convivenza, insomma inventare il vivere insieme in un mondo divenuto, allo stesso tempo, troppo piccolo e troppo grande. Accanto a tale compito, troviamo un impegno alla responsabilità: la globalizzazione chiede all’educazione di rivedere l’idea di interdipendenza, nel senso di interpretare le proprie esperienze in termini più ampi, prendere coscienza delle conseguenze che le scelte locali possono avere a livello globale, intervenire nello spazio pubblico di discussione.” (Santerini, in: Luatti, a cura di, 2009, pp.34-35). Questi obiettivi hanno una intersezione forte con la dimensione dello sviluppo individuale, è difficile immaginare, senza lo sviluppo di autonomia, di pensiero critico, di sensazione di padronanza circa la propria vita che un soggetto si faccia carico e si senta inserito in dimensioni di progettualità collettive. L’esercizio di una vita faticosa e condotta sentendosi “sballottati” da fenomeni esterni a noi sui quali non esercitiamo alcun controllo provoca ripiegamenti e egoismi, paure e necessità di individuare in qualche “loro” un capro espiatorio. Le competenze chiave di cittadinanza sono dunque assunte, in questo progetto e in questo volume, come un dialogo ricorsivo tra la dimensione individuale e la dimensione comunitaria, a molteplici livelli, a partire dall’esperienza di apprendimento individuale e di apprendimento dalla piccola comunità che ogni gruppo può sperimentare, concretamente nei nostri sistemi di istruzione. Il futuro, è vero, non è più quello di una volta, ma non è detto che questo debba essere un dramma...

Verso le competenze chiave. Cittadinanza e costituzione.Progetto "Attivamente ... Sicuramente... Liberamente ... "

BATINI, Federico;
2012

Abstract

I dispositivi sociali che utilizziamo per l’inserimento dei soggetti nella dimensione collettiva, per prepararli alla vita adulta, per scegliere e disegnare, da parte di ciascuno il proprio futuro hanno, oggi, la necessità di modificarsi. La scuola, la formazione, l’orientamento sono i dispositivi che, assieme all’educazione familiare, hanno l’influenza maggiore su questi processi. Le modificazioni necessarie riguardano più piani: il piano delle finalità complessive, dei contenuti e dei curricoli, il piano delle pratiche e delle didattiche, il piano dell’organizzazione e della logistica, il piano della valutazione, il piano dei termini e dei linguaggi, il piano dei mediatori e degli strumenti didattici, il piano dei diritti e dei doveri, il piano delle competenze di chi presiede a questi processi e delle competenze come output di apprendimento. Tutto questo avviene attraverso processi che, giocoforza, non riguardano il singolo soggetto, ma il singolo soggetto inserito in una comunità, quella scolastica, formativa, del gruppo dei pari, quelle delle differenti appartenenze di cui ciascuno è portatore: “Il pensiero pedagogico e le prassi educative hanno oggi il compito di immaginare e sostenere il senso della comune umanità, rafforzare il legame sociale, promuovere il senso di comunità nel pluralismo, coltivare l’arte della convivenza, insomma inventare il vivere insieme in un mondo divenuto, allo stesso tempo, troppo piccolo e troppo grande. Accanto a tale compito, troviamo un impegno alla responsabilità: la globalizzazione chiede all’educazione di rivedere l’idea di interdipendenza, nel senso di interpretare le proprie esperienze in termini più ampi, prendere coscienza delle conseguenze che le scelte locali possono avere a livello globale, intervenire nello spazio pubblico di discussione.” (Santerini, in: Luatti, a cura di, 2009, pp.34-35). Questi obiettivi hanno una intersezione forte con la dimensione dello sviluppo individuale, è difficile immaginare, senza lo sviluppo di autonomia, di pensiero critico, di sensazione di padronanza circa la propria vita che un soggetto si faccia carico e si senta inserito in dimensioni di progettualità collettive. L’esercizio di una vita faticosa e condotta sentendosi “sballottati” da fenomeni esterni a noi sui quali non esercitiamo alcun controllo provoca ripiegamenti e egoismi, paure e necessità di individuare in qualche “loro” un capro espiatorio. Le competenze chiave di cittadinanza sono dunque assunte, in questo progetto e in questo volume, come un dialogo ricorsivo tra la dimensione individuale e la dimensione comunitaria, a molteplici livelli, a partire dall’esperienza di apprendimento individuale e di apprendimento dalla piccola comunità che ogni gruppo può sperimentare, concretamente nei nostri sistemi di istruzione. Il futuro, è vero, non è più quello di una volta, ma non è detto che questo debba essere un dramma...
2012
9788882329594
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/909782
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