Lo studio nasce idealmente congiunto a quello di Enrica Neri, presentato allo stesso convegno, il cui titolo era: Per la formazione del Museo di Gubbio. Tra mito dei primitivi e fortuna delle arti applicate. I.La pittura delle origini: attorno a Guiduccio Palmerucci. Ma il presente contributo prende in esame il contesto storico e critico nel periodo che va dalla metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento, attorno alla formazione del Museo di Gubbio, con particolare riferimento alla fortuna che in questa fase ebbero le arti applicate e segnatamente i maestri del legno, riscoperti e celebrati. Glorie locali nel campo furono sia il “Terzuolo”, alias Mariotto di Paolo Sensi , che la numerosa dinastia dei Maffei, attivi tra XV e XVII secolo, ai cui membri gli storiografi locali si ingegnarono ad assegnare una gran quantità di arredi lignei in pratica senza appigli documentari e confronti filologici, con uno spirito attributivo che doveva soprattutto rendere in qualche modo ‘tangibili’ tutti i protagonisti della fervida stagione dell’intaglio ligneo eugubino. Questa attenzione ai maestri di legname locali si rispecchia anche nell’allestimento del nascente Museo di Palazzo dei Consoli, del 1909, ad opera di Umberto Gnoli, dove gli arredi ebbero largo spazio, negli anni in cui in questo campo prendevano forma le grandi esperienze fiorentine, dal volume di Schiaparelli sulla casa fiorentina, ad Elia Volpi con l’operazione Palazzo Davanzati di lì a poco riproposta in Palazzo Vitelli a Città di Castello, che fu in questo caso però da lui riallestito e donato alla città come museo comunale nel 1912. Del contatto stretto col Museo di Gubbio e con gli arredi della tradizione si giovò anche lo scultore in legno Francesco Ceccarelli, detto ‘Pipillo’, primo custode del museo, dal quale prese le mosse l’esperienza della ditta “Maestri di Legname Luca Maffei”, nata negli anni venti e guidata dal figlio Nazzareno Ceccarelli, impegnata nella realizzazione di mobili in stile strettamente ispirati al mobile intagliato eugubino tra ‘500 e ‘600, come dimostra il campionario qui pubblicato. Nel testo è anche pubblicata una credenza inedita, conservata nel Museo della Basilica di Santa Maria degli Angeli presso Assisi, in larga parte rifatta in stile ma con gli sportelli originali e intagliati da un abile maestro eugubino del XVI secolo, che viene proposto di riconoscere in Pierangelo di Caccia detto ‘Cacciarino’.

Per la formazione del Museo di Gubbio, tra mitodei primitivi e fortuna delle arti applicate. II. I maestri dell’intaglio : dai Maffei ai ‘Pipillo’

SANTANICCHIA, Mirko
2012

Abstract

Lo studio nasce idealmente congiunto a quello di Enrica Neri, presentato allo stesso convegno, il cui titolo era: Per la formazione del Museo di Gubbio. Tra mito dei primitivi e fortuna delle arti applicate. I.La pittura delle origini: attorno a Guiduccio Palmerucci. Ma il presente contributo prende in esame il contesto storico e critico nel periodo che va dalla metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento, attorno alla formazione del Museo di Gubbio, con particolare riferimento alla fortuna che in questa fase ebbero le arti applicate e segnatamente i maestri del legno, riscoperti e celebrati. Glorie locali nel campo furono sia il “Terzuolo”, alias Mariotto di Paolo Sensi , che la numerosa dinastia dei Maffei, attivi tra XV e XVII secolo, ai cui membri gli storiografi locali si ingegnarono ad assegnare una gran quantità di arredi lignei in pratica senza appigli documentari e confronti filologici, con uno spirito attributivo che doveva soprattutto rendere in qualche modo ‘tangibili’ tutti i protagonisti della fervida stagione dell’intaglio ligneo eugubino. Questa attenzione ai maestri di legname locali si rispecchia anche nell’allestimento del nascente Museo di Palazzo dei Consoli, del 1909, ad opera di Umberto Gnoli, dove gli arredi ebbero largo spazio, negli anni in cui in questo campo prendevano forma le grandi esperienze fiorentine, dal volume di Schiaparelli sulla casa fiorentina, ad Elia Volpi con l’operazione Palazzo Davanzati di lì a poco riproposta in Palazzo Vitelli a Città di Castello, che fu in questo caso però da lui riallestito e donato alla città come museo comunale nel 1912. Del contatto stretto col Museo di Gubbio e con gli arredi della tradizione si giovò anche lo scultore in legno Francesco Ceccarelli, detto ‘Pipillo’, primo custode del museo, dal quale prese le mosse l’esperienza della ditta “Maestri di Legname Luca Maffei”, nata negli anni venti e guidata dal figlio Nazzareno Ceccarelli, impegnata nella realizzazione di mobili in stile strettamente ispirati al mobile intagliato eugubino tra ‘500 e ‘600, come dimostra il campionario qui pubblicato. Nel testo è anche pubblicata una credenza inedita, conservata nel Museo della Basilica di Santa Maria degli Angeli presso Assisi, in larga parte rifatta in stile ma con gli sportelli originali e intagliati da un abile maestro eugubino del XVI secolo, che viene proposto di riconoscere in Pierangelo di Caccia detto ‘Cacciarino’.
2012
9788862274500
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/916986
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