Monitoraggio e diagnosi delle infezioni fungine L. Pitzurra In pazienti ad alto rischio, sottoposti a trapianto d’organo o dopo trapianto allogenico di midollo o con leucemia acuta, è essenziale la diagnosi precoce di infezione fungina invasiva (IFI), il ritardo o la mancata diagnosi di IFI si traduce nell’aumento dei livelli di mortalità. Tuttavia, la diagnosi della maggior parte delle IFI, ed in particolare dell’aspergillosi invasiva, è difficile perché i tests classici hanno bassa specificità e sensibilità, e la radiologia spesso fornisce risultati non-specifici o transitori. La limitata sensibilità e specificità dei saggi convenzionali per la determinazione di IFI ed il numero crescente di pazienti immunocompromessi che sono a rischio di infezioni fungine opportunistiche hanno portato allo sviluppo di nuovi metodi diagnostici. Questi metodi includono sistemi di determinazione di antigeni fungini, quali i metodi ELISA, e differenti metodi molecolari (saggi in PCR). Test sierologici, come la determinazione del carboidrato galattomannano, sono standardizzati e disponibili in commercio. Ciononostante, devono essere ancora valutati in ampie coorti di pazienti, specialmente in quelli in età pediatrica. Differenti saggi in PCR (convenzionale, nested, real-time) sono stati sviluppati, mirati alla amplificazione di diverse regioni geniche (citocromo P450, proteine heat-shock, 18S, 5.8S,28S, etc), con diversi metodi di rivelazione degli amplificati. Questi metodi molecolari forniscono un alto potenziale in termini di sensibilità e specificità, ma la estrema variabilità nelle metodologie non ne ha permesso a tutt’oggi la standardizzazione. In futuro, l’ applicazione diagnostica costante di questi metodi potrebbe essere utile nel ridurre la terapia antifungina empirica e rappresentare uno strumento valutabile nel permettere l’inizio precoce ed il monitoraggio della terapia antifungina pre-emptive.

Monitoraggio e diagnosi delle infezioni fungine

PITZURRA, Lucia
2008

Abstract

Monitoraggio e diagnosi delle infezioni fungine L. Pitzurra In pazienti ad alto rischio, sottoposti a trapianto d’organo o dopo trapianto allogenico di midollo o con leucemia acuta, è essenziale la diagnosi precoce di infezione fungina invasiva (IFI), il ritardo o la mancata diagnosi di IFI si traduce nell’aumento dei livelli di mortalità. Tuttavia, la diagnosi della maggior parte delle IFI, ed in particolare dell’aspergillosi invasiva, è difficile perché i tests classici hanno bassa specificità e sensibilità, e la radiologia spesso fornisce risultati non-specifici o transitori. La limitata sensibilità e specificità dei saggi convenzionali per la determinazione di IFI ed il numero crescente di pazienti immunocompromessi che sono a rischio di infezioni fungine opportunistiche hanno portato allo sviluppo di nuovi metodi diagnostici. Questi metodi includono sistemi di determinazione di antigeni fungini, quali i metodi ELISA, e differenti metodi molecolari (saggi in PCR). Test sierologici, come la determinazione del carboidrato galattomannano, sono standardizzati e disponibili in commercio. Ciononostante, devono essere ancora valutati in ampie coorti di pazienti, specialmente in quelli in età pediatrica. Differenti saggi in PCR (convenzionale, nested, real-time) sono stati sviluppati, mirati alla amplificazione di diverse regioni geniche (citocromo P450, proteine heat-shock, 18S, 5.8S,28S, etc), con diversi metodi di rivelazione degli amplificati. Questi metodi molecolari forniscono un alto potenziale in termini di sensibilità e specificità, ma la estrema variabilità nelle metodologie non ne ha permesso a tutt’oggi la standardizzazione. In futuro, l’ applicazione diagnostica costante di questi metodi potrebbe essere utile nel ridurre la terapia antifungina empirica e rappresentare uno strumento valutabile nel permettere l’inizio precoce ed il monitoraggio della terapia antifungina pre-emptive.
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