La correlazione digitale di immagini (di seguito DIC: acronimo di Digital Image Correlation) è una tecnica per la misurazione del campo di deformazione basata sull’analisi di immagini acquisite in istanti successivi, durante l’applicazione di un carico. A fronte della semplicità e della rapidità di esecuzione delle misurazioni, i risultati sono fortemente influenzati sia dalla qualità delle immagini acquisite, sia dagli algoritmi di calcolo impiegati per la loro elaborazione. Le considerazioni condotte sono riferite ad un tipico “test case” costituito da un sottile provino di sezione rettangolare realizzato in AISI 304 sul quale è praticato un foro centrale, soggetto ad una semplice sollecitazione mono assiale di trazione. Il foro ha lo scopo di generare un campo non uniforme di deformazioni, come spesso si verifica nelle situazioni di comune interesse. Normalmente, per validare i risultati ottenuti con la DIC, si utilizzano degli estensimetri. Nel caso specifico il loro impiego risulta difficoltoso a causa degli elevati gradienti di deformazioni nel volume di misura. I risultati ottenuti sono quindi confrontati con quelli ricavati mediante la tecnica di analisi termoelastica (di seguito TSA: Thermoelastic Stress Analysis). Questa tecnica è infatti idonea alla misura del primo invariante della deformazione superficiale, valore questo direttamente confrontabile con uno degli output disponibili dai più comuni software commerciali per DIC. I risultati delle misurazioni condotte con le due metodologie, su uno stesso provino, nelle medesime condizioni di prova, sono elaborati numericamente al fine di valutare ed evidenziare la sovrapponibilità degli stessi.

Misure di deformazione superficiale: analisi comparative tra metodologie basate sul principio termoelastico e sulla correlazione digitale di immagini

MARSILI, Roberto;MORETTI, MICHELE;M. Becchetti
2010

Abstract

La correlazione digitale di immagini (di seguito DIC: acronimo di Digital Image Correlation) è una tecnica per la misurazione del campo di deformazione basata sull’analisi di immagini acquisite in istanti successivi, durante l’applicazione di un carico. A fronte della semplicità e della rapidità di esecuzione delle misurazioni, i risultati sono fortemente influenzati sia dalla qualità delle immagini acquisite, sia dagli algoritmi di calcolo impiegati per la loro elaborazione. Le considerazioni condotte sono riferite ad un tipico “test case” costituito da un sottile provino di sezione rettangolare realizzato in AISI 304 sul quale è praticato un foro centrale, soggetto ad una semplice sollecitazione mono assiale di trazione. Il foro ha lo scopo di generare un campo non uniforme di deformazioni, come spesso si verifica nelle situazioni di comune interesse. Normalmente, per validare i risultati ottenuti con la DIC, si utilizzano degli estensimetri. Nel caso specifico il loro impiego risulta difficoltoso a causa degli elevati gradienti di deformazioni nel volume di misura. I risultati ottenuti sono quindi confrontati con quelli ricavati mediante la tecnica di analisi termoelastica (di seguito TSA: Thermoelastic Stress Analysis). Questa tecnica è infatti idonea alla misura del primo invariante della deformazione superficiale, valore questo direttamente confrontabile con uno degli output disponibili dai più comuni software commerciali per DIC. I risultati delle misurazioni condotte con le due metodologie, su uno stesso provino, nelle medesime condizioni di prova, sono elaborati numericamente al fine di valutare ed evidenziare la sovrapponibilità degli stessi.
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