All’incrocio di filologia e critica, il saggio prende avvio dalle lettere di Eugenio Montale a Giuseppe De Robertis conservate presso l’Archivio Contemporaneo «Alessandro Bonsanti» (Gabinetto G.P. Vieusseux, Fondo Giuseppe De Robertis). L’articolo comprende l’edizione integrale delle lettere (edizione critica, con descrizione e apparato, condotta sugli autografi) e offre dati inediti per la «Farfalla di Dinard» e «La bufera» (testimoni e assetto del libro) e per gli «Ossi di seppia». Del forse più noto racconto di Montale, Il colpevole, si segnala in questo saggio un testimone sconosciuto: la prosa esce infatti con il titolo «Delitto e castigo» sul periodico «Firenze e il Mondo» (1948). Si segnala inoltre la prima uscita del Gallo cedrone (che non presenta l’errore d’anticipo al v. 13). Da un biglietto disperso del 1931 – non compreso nelle lettere conservate all’Archivio Bonsanti, ma rintracciato presso gli eredi De Robertis –, si ricavano precoci indicazioni e nuovi elementi relativi alle date di composizione di alcuni «Ossi». In una cartolina da Venezia (dal cui timbro si ricava la data, 13 luglio 1934) si trova conferma documentaria del «Seguito del Diario “Luglio 1934”» («Lettere a Clizia», 81). Montale indica in queste lettere alcune sue fonti e il loro riuso (Dante, Lapo Gianni e Shakespeare, cui aggiungiamo la riflessione su Valéry), prende le distanze da D’Annunzio e Pascoli, attiva il confronto con Yeats, e in una lettera del ’49 rivendica con forza il giusto riconoscimento alla propria scrittura in prosa. Di fronte ad un ufficiale della critica, Montale traccia l’autoritratto di un moderno. Il saggio indaga quindi il complesso rapporto fra Montale e De Robertis, e il contributo di De Robertis alla critica montaliana, oltre che l’ambiente letterario e culturale di quegli anni, inclusivo di riconoscimenti, disconoscimenti e premi. Infine ricostruisce sistematicamente le tangenze fra Montale e De Robertis entro le biblioteche superstiti: la data della dedica sull’esemplare di «Finisterre» (Barbera, [1945]), conservato nella biblioteca privata De Robertis, permette di segnare un significativo ante quem dell’uscita del volume; la postilla montaliana sulla guida Hachette della Bretagne, datata 13 settembre 1950 e conservata alla Biblioteca Sormani di Milano, F.M., restituisce invece l'oggetto, il tono e l'impressione originaria del racconto «Il giorno del gran salvataggio nella baia bretone di Saint Michel» (CS 29.9.1950).

«Indispensabili antidoti». Eugenio Montale e Giuseppe De Robertis

CHESSA, Silvia
2012

Abstract

All’incrocio di filologia e critica, il saggio prende avvio dalle lettere di Eugenio Montale a Giuseppe De Robertis conservate presso l’Archivio Contemporaneo «Alessandro Bonsanti» (Gabinetto G.P. Vieusseux, Fondo Giuseppe De Robertis). L’articolo comprende l’edizione integrale delle lettere (edizione critica, con descrizione e apparato, condotta sugli autografi) e offre dati inediti per la «Farfalla di Dinard» e «La bufera» (testimoni e assetto del libro) e per gli «Ossi di seppia». Del forse più noto racconto di Montale, Il colpevole, si segnala in questo saggio un testimone sconosciuto: la prosa esce infatti con il titolo «Delitto e castigo» sul periodico «Firenze e il Mondo» (1948). Si segnala inoltre la prima uscita del Gallo cedrone (che non presenta l’errore d’anticipo al v. 13). Da un biglietto disperso del 1931 – non compreso nelle lettere conservate all’Archivio Bonsanti, ma rintracciato presso gli eredi De Robertis –, si ricavano precoci indicazioni e nuovi elementi relativi alle date di composizione di alcuni «Ossi». In una cartolina da Venezia (dal cui timbro si ricava la data, 13 luglio 1934) si trova conferma documentaria del «Seguito del Diario “Luglio 1934”» («Lettere a Clizia», 81). Montale indica in queste lettere alcune sue fonti e il loro riuso (Dante, Lapo Gianni e Shakespeare, cui aggiungiamo la riflessione su Valéry), prende le distanze da D’Annunzio e Pascoli, attiva il confronto con Yeats, e in una lettera del ’49 rivendica con forza il giusto riconoscimento alla propria scrittura in prosa. Di fronte ad un ufficiale della critica, Montale traccia l’autoritratto di un moderno. Il saggio indaga quindi il complesso rapporto fra Montale e De Robertis, e il contributo di De Robertis alla critica montaliana, oltre che l’ambiente letterario e culturale di quegli anni, inclusivo di riconoscimenti, disconoscimenti e premi. Infine ricostruisce sistematicamente le tangenze fra Montale e De Robertis entro le biblioteche superstiti: la data della dedica sull’esemplare di «Finisterre» (Barbera, [1945]), conservato nella biblioteca privata De Robertis, permette di segnare un significativo ante quem dell’uscita del volume; la postilla montaliana sulla guida Hachette della Bretagne, datata 13 settembre 1950 e conservata alla Biblioteca Sormani di Milano, F.M., restituisce invece l'oggetto, il tono e l'impressione originaria del racconto «Il giorno del gran salvataggio nella baia bretone di Saint Michel» (CS 29.9.1950).
2012
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