che comprendono i rilevamenti di campagna e la fotointerpretazione. I modelli tridimensionali del terreno (DEM o TIN) forniscono la possibilità di individuare, in maniera “oggettiva”, quelle forme caratterizzate da parametri topografici e morfologici identificativi. I tradizionali metodi di rilevamento sono inevitabilmente affetti da una percentuale d’errore nella restituzione cartografica, dovuta al grado di esperienza del rilevatore, alle deformazioni e agli errori insiti nella cartografia tradizionale. Questo rende le carte tematiche derivanti dalle tradizionali tecniche di rilevamento (come le carte geomorfologiche) estremamente soggettive e non sempre attendibili. Il lavoro parte dall’analisi di un DEM costituito da un seminato di celle a maglia regolare con 90m di lato derivato da dati radar (SRTM – Shuttle Radar Topography Mission). Il modello è una rappresentazione reale del territorio ed è privo degli errori di un DEM ottenuto da digitalizzazione di CdL. Nel dettaglio sono stati osservati gli apparati conoidali che si sviluppano ai bordi delle principali conche intermontane dell’Appennino Umbro-marchigiano. I conoidi alluvionali sono forme fluviali deposizionali, che si generano al passaggio tra zone rilevate e aree sub-pianeggianti e sono caratterizzati da una forma a ventaglio in pianta, ben riconoscibile in un DEM. In genere tuttavia le zone di raccordo e l’adiacente fondovalle vengono raggruppate in un’unica classe di altitudine nei DEM, facendo perdere l’informazione relativa alla visualizzazione della disposizione dei depositi e delle variazioni topografiche connesse. Al fine di rendere visibili i conoidi, sono stati modificati gli intervalli di quota, aumentandone il numero con steps di 10m e attribuendo colori diversi da quelli normalmente utilizzati nelle comuni legende di Terrain Elevation. Inoltre sono stati assegnati colori contrastanti tra classi contigue per evidenziarne l’andamento. Questo ha reso possibile la perimetrazione di una serie di conoidi, anche di quelle mascherate dall’intensa antropizzazione e dalle basse pendenze.

I DEM derivati da sistemi radar: uno strumento per l’identificazione dei conoidi alluvionali

MELELLI, Laura
2004

Abstract

che comprendono i rilevamenti di campagna e la fotointerpretazione. I modelli tridimensionali del terreno (DEM o TIN) forniscono la possibilità di individuare, in maniera “oggettiva”, quelle forme caratterizzate da parametri topografici e morfologici identificativi. I tradizionali metodi di rilevamento sono inevitabilmente affetti da una percentuale d’errore nella restituzione cartografica, dovuta al grado di esperienza del rilevatore, alle deformazioni e agli errori insiti nella cartografia tradizionale. Questo rende le carte tematiche derivanti dalle tradizionali tecniche di rilevamento (come le carte geomorfologiche) estremamente soggettive e non sempre attendibili. Il lavoro parte dall’analisi di un DEM costituito da un seminato di celle a maglia regolare con 90m di lato derivato da dati radar (SRTM – Shuttle Radar Topography Mission). Il modello è una rappresentazione reale del territorio ed è privo degli errori di un DEM ottenuto da digitalizzazione di CdL. Nel dettaglio sono stati osservati gli apparati conoidali che si sviluppano ai bordi delle principali conche intermontane dell’Appennino Umbro-marchigiano. I conoidi alluvionali sono forme fluviali deposizionali, che si generano al passaggio tra zone rilevate e aree sub-pianeggianti e sono caratterizzati da una forma a ventaglio in pianta, ben riconoscibile in un DEM. In genere tuttavia le zone di raccordo e l’adiacente fondovalle vengono raggruppate in un’unica classe di altitudine nei DEM, facendo perdere l’informazione relativa alla visualizzazione della disposizione dei depositi e delle variazioni topografiche connesse. Al fine di rendere visibili i conoidi, sono stati modificati gli intervalli di quota, aumentandone il numero con steps di 10m e attribuendo colori diversi da quelli normalmente utilizzati nelle comuni legende di Terrain Elevation. Inoltre sono stati assegnati colori contrastanti tra classi contigue per evidenziarne l’andamento. Questo ha reso possibile la perimetrazione di una serie di conoidi, anche di quelle mascherate dall’intensa antropizzazione e dalle basse pendenze.
2004
8890094362
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/925884
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact