Il saggio è incentrato sulla figura sociale dello straniero: parte dalle analisi di Simmel per poi affrontare le dinamiche e i problemi del rapporto con gli stranieri nella società contemporanea. Forse anche per ragioni legate alle proprie vicende umane e di vita e alle difficoltà incontrate nella carriera accademica, in parte a causa delle sue origini ebraiche, Simmel ha saputo tratteggiare nella Sociologia un’analisi del tipo sociale dello straniero che ancora oggi colpisce per intuizioni, originalità e acutezza di interpretazione. Egli inoltre anticipa questioni che solo ai nostri tempi sono diventate centrali in tema di convivenza sociale e interculturale, continuando a fornirci strumenti interpretativi e categorie euristiche per comprendere le dinamiche complesse e contraddittorie, di integrazione e al tempo stesso di marginalizzazione ed esclusione, che caratterizzano i rapporti con l’“altro”, l’“estraneo”, lo “straniero”, divenuto figura emblematica del confuso e mutevole “paesaggio” contemporaneo. Il saggio si pone tre obiettivi: in primo luogo ricostruire l’apporto simmeliano sul tema dell’analisi sociologica dello straniero; in secondo luogo rintracciarne l’eredità, implicita o dichiarata, in due grandi interpreti dell’epoca contemporanea, Bauman e Beck; in terzo luogo mettere a fuoco trasformazioni e problemi che hanno investito la figura sociale dello straniero e i processi della sua costruzione sociale e politica nel passaggio dalla prima modernità alla fase che stiamo attualmente vivendo, seguendo la “lettura” dei due autori contemporanei presi a riferimento, Bauman e Beck, ed evidenziando le prospettive di indagine che, attraverso e oltre Simmel, si aprono in merito alla “questione stranieri” nella società dei nostri tempi, agli inizi del XXI secolo. Tra le principali tendenze messe in luce nel percorso argomentativo del saggio, si evidenziano: una generalizzazione della condizione di estraneità, per cui si diventa sempre più “stranieri” gli uni agli altri; una nuova declinazione dell’ambivalenza nei rapporti con gli stranieri, contraddistinti sia da attrazione ed eterofilia sia da diffidenza e paura, polarizzate a seconda dello status sociale di chi con essi entra in contatto; l’emergere di logiche di confinamento e segregazione degli stranieri negli spazi urbani (e anche di autosegregazione a scopo difensivo degli “autoctoni” più abbienti); la burocratizzazione giuridico-legale dei vari status che ricadono sotto la condizione generica di straniero; la politicizzazione della questione sicurezza, nelle cui spire ricadono anche gli stranieri, la cui immagine spesso viene trasformata in quella del “nemico”, verso il quale condensare le preoccupazioni e i timori di cittadini dalle condizioni di vita sempre più incerte.

I vicini lontani. Sociologia dello straniero attraverso Simmel, Bauman e Beck

PICCHIO, MARTA
2012

Abstract

Il saggio è incentrato sulla figura sociale dello straniero: parte dalle analisi di Simmel per poi affrontare le dinamiche e i problemi del rapporto con gli stranieri nella società contemporanea. Forse anche per ragioni legate alle proprie vicende umane e di vita e alle difficoltà incontrate nella carriera accademica, in parte a causa delle sue origini ebraiche, Simmel ha saputo tratteggiare nella Sociologia un’analisi del tipo sociale dello straniero che ancora oggi colpisce per intuizioni, originalità e acutezza di interpretazione. Egli inoltre anticipa questioni che solo ai nostri tempi sono diventate centrali in tema di convivenza sociale e interculturale, continuando a fornirci strumenti interpretativi e categorie euristiche per comprendere le dinamiche complesse e contraddittorie, di integrazione e al tempo stesso di marginalizzazione ed esclusione, che caratterizzano i rapporti con l’“altro”, l’“estraneo”, lo “straniero”, divenuto figura emblematica del confuso e mutevole “paesaggio” contemporaneo. Il saggio si pone tre obiettivi: in primo luogo ricostruire l’apporto simmeliano sul tema dell’analisi sociologica dello straniero; in secondo luogo rintracciarne l’eredità, implicita o dichiarata, in due grandi interpreti dell’epoca contemporanea, Bauman e Beck; in terzo luogo mettere a fuoco trasformazioni e problemi che hanno investito la figura sociale dello straniero e i processi della sua costruzione sociale e politica nel passaggio dalla prima modernità alla fase che stiamo attualmente vivendo, seguendo la “lettura” dei due autori contemporanei presi a riferimento, Bauman e Beck, ed evidenziando le prospettive di indagine che, attraverso e oltre Simmel, si aprono in merito alla “questione stranieri” nella società dei nostri tempi, agli inizi del XXI secolo. Tra le principali tendenze messe in luce nel percorso argomentativo del saggio, si evidenziano: una generalizzazione della condizione di estraneità, per cui si diventa sempre più “stranieri” gli uni agli altri; una nuova declinazione dell’ambivalenza nei rapporti con gli stranieri, contraddistinti sia da attrazione ed eterofilia sia da diffidenza e paura, polarizzate a seconda dello status sociale di chi con essi entra in contatto; l’emergere di logiche di confinamento e segregazione degli stranieri negli spazi urbani (e anche di autosegregazione a scopo difensivo degli “autoctoni” più abbienti); la burocratizzazione giuridico-legale dei vari status che ricadono sotto la condizione generica di straniero; la politicizzazione della questione sicurezza, nelle cui spire ricadono anche gli stranieri, la cui immagine spesso viene trasformata in quella del “nemico”, verso il quale condensare le preoccupazioni e i timori di cittadini dalle condizioni di vita sempre più incerte.
2012
9788860744791
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