1. L’idea del “Pinkerton rosso”, un genere di romanzi d’avventura, specificamente sovietico, che coniugasse le forme della narrativa di svago occidentale a contenuti ideologici corretti, fu formulata da Bucharin al V congresso del Komsomol, nell’ottobre 1922. Non era una trovata estemporanea, feuilleton e romanzi giudiziari occidentali avevano circolato con successo in Russia fin dagli ultimi decenni dell’‘800, favorendo la nascita di una produzione originale che niente aveva da invidiare ai modelli stranieri. A partire dal 1907 avevano poi iniziato a uscire certi fascicoletti incentrati sulle imprese di famosi investigatori: Sherlock Holmes, Nick Carter e, soprattutto, Nat Pinkerton. Fino allo scoppio della prima guerra mondiale il loro successo fu travolgente, tanto da spingere alcuni autori russi a scrivere anche loro storie che avessero per protagonisti degli investigatori. 2. Negli anni della guerra e fino all’inizio della NEP, l’industria editoriale russa rimase bloccata. Nel 1921 le case editrici private, nuovamente liberalizzate, ripresero a pubblicare le traduzioni delle avventure occidentali. Nello stesso periodo impazzò la moda del cinema d’azione straniero. Si parlò di amerikanščina, inostranščina, ovvero la passione per tutto ciò che era americano e straniero. Alcuni noti intellettuali si interessarono al fenomeno: Zamjatin, i critici formalisti, Čukovskij, e persino Gor’kij, auspicarono la nascita di una narrativa russa appassionante al pari delle avventure e del cinema occidentali. Un gruppo di giovani scrittori, i Fratelli di Serapione, si riunì sotto il vessillo delle trame accattivanti, e il loro teorico, Lev Lunc, lanciò la nuova parola d’ordine: Na Zapad! (A Occidente!). 3. I bolscevichi al potere però reputavano che opere e pellicole occidentali fossero portatrici di una ideologia borghese nociva. A nulla valsero le condanne ufficiali; nonostante fossero state confiscate dagli scaffali delle biblioteche, le avventure circolavano sottobanco. Fu così che un gruppo di autorevoli esponenti del Partito bolscevico ebbe l’idea di promuovere una narrativa d’avventura sovietica, divertente ed edificante a un tempo. La questione fu posta nell’aprile del 1922 all’XI congresso del Partito, quindi Bucharin rilanciò il messaggio nell’ottobre. Fu l’inizio del “Pinkerton rosso”.

Il “Pinkerton rosso”. Letteratura di svago e propaganda politica all’epoca della NEP in Russia (1921-1928), tesi di dottorato di ricerca in Lingue e Civiltà dell’Europa orientale, Università degli Studi “Ca’ Foscari”, Venezia

LENA CORRITORE, Andrea
2005

Abstract

1. L’idea del “Pinkerton rosso”, un genere di romanzi d’avventura, specificamente sovietico, che coniugasse le forme della narrativa di svago occidentale a contenuti ideologici corretti, fu formulata da Bucharin al V congresso del Komsomol, nell’ottobre 1922. Non era una trovata estemporanea, feuilleton e romanzi giudiziari occidentali avevano circolato con successo in Russia fin dagli ultimi decenni dell’‘800, favorendo la nascita di una produzione originale che niente aveva da invidiare ai modelli stranieri. A partire dal 1907 avevano poi iniziato a uscire certi fascicoletti incentrati sulle imprese di famosi investigatori: Sherlock Holmes, Nick Carter e, soprattutto, Nat Pinkerton. Fino allo scoppio della prima guerra mondiale il loro successo fu travolgente, tanto da spingere alcuni autori russi a scrivere anche loro storie che avessero per protagonisti degli investigatori. 2. Negli anni della guerra e fino all’inizio della NEP, l’industria editoriale russa rimase bloccata. Nel 1921 le case editrici private, nuovamente liberalizzate, ripresero a pubblicare le traduzioni delle avventure occidentali. Nello stesso periodo impazzò la moda del cinema d’azione straniero. Si parlò di amerikanščina, inostranščina, ovvero la passione per tutto ciò che era americano e straniero. Alcuni noti intellettuali si interessarono al fenomeno: Zamjatin, i critici formalisti, Čukovskij, e persino Gor’kij, auspicarono la nascita di una narrativa russa appassionante al pari delle avventure e del cinema occidentali. Un gruppo di giovani scrittori, i Fratelli di Serapione, si riunì sotto il vessillo delle trame accattivanti, e il loro teorico, Lev Lunc, lanciò la nuova parola d’ordine: Na Zapad! (A Occidente!). 3. I bolscevichi al potere però reputavano che opere e pellicole occidentali fossero portatrici di una ideologia borghese nociva. A nulla valsero le condanne ufficiali; nonostante fossero state confiscate dagli scaffali delle biblioteche, le avventure circolavano sottobanco. Fu così che un gruppo di autorevoli esponenti del Partito bolscevico ebbe l’idea di promuovere una narrativa d’avventura sovietica, divertente ed edificante a un tempo. La questione fu posta nell’aprile del 1922 all’XI congresso del Partito, quindi Bucharin rilanciò il messaggio nell’ottobre. Fu l’inizio del “Pinkerton rosso”.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1036925
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact