Il saggio ripercorre l’attività del pittore Duilio Carotti (1911-1957), interprete tra i più attivi del vivace ambiente artistico ternano negli anni Quaranta e Cinquanta. Dopo gli esordi da autodidatta e una incoraggiante esperienza sui tipici temi dell’arte coloniale negli anni trascorsi da militare in Africa Orientale (1935-37), Carotti si avvicina alla ricerca tonale dei pittori della cosiddetta Scuola Ternana, condividendo l’interesse soprattutto per la pittura di paesaggio. I riconoscimenti conseguiti nell’ambito di rassegne locali, ma anche il successo della sua prima esposizione personale alla Galleria La Barcaccia di Roma nel 1946, fanno maturare in lui la decisione di dedicarsi completamente alla pittura abbandonando l’impiego in fabbrica. Nei difficili anni del dopoguerra, in un clima politicamente lacerato, il pittore intraprende un percorso autonomo che lo allontana dal gruppo degli artisti più ideologicamente schierati. Con pari dedizione, tuttavia, profonde le proprie energie in iniziative di promozione artistica che esprimono quella volontà di rinnovamento così condivisa negli anni del dopoguerra. Tra i fondatori del gruppo “La Soffitta”, di cui è instancabile animatore e segretario, Carotti è tra gli ideatori del “Premio Terni”, la rassegna istituita nel 1950 che riesce presto a guadagnare prestigio e visibilità tra i tanti analoghi concorsi fioriti in quegli anni sul territorio nazionale. Lo studio offre un’organica rilettura di una figura sinora piuttosto trascurata dagli studi, ma che con il suo dinamico impegno e le tante presenze a manifestazioni nazionali fu una voce rappresentativa del vivace “sistema dell’arte” dell’Italia postbellica.

Duilio Carotti e il "sistema delle arti" tra gli anni Trenta e Cinquanta

PETRILLO, STEFANIA
2012

Abstract

Il saggio ripercorre l’attività del pittore Duilio Carotti (1911-1957), interprete tra i più attivi del vivace ambiente artistico ternano negli anni Quaranta e Cinquanta. Dopo gli esordi da autodidatta e una incoraggiante esperienza sui tipici temi dell’arte coloniale negli anni trascorsi da militare in Africa Orientale (1935-37), Carotti si avvicina alla ricerca tonale dei pittori della cosiddetta Scuola Ternana, condividendo l’interesse soprattutto per la pittura di paesaggio. I riconoscimenti conseguiti nell’ambito di rassegne locali, ma anche il successo della sua prima esposizione personale alla Galleria La Barcaccia di Roma nel 1946, fanno maturare in lui la decisione di dedicarsi completamente alla pittura abbandonando l’impiego in fabbrica. Nei difficili anni del dopoguerra, in un clima politicamente lacerato, il pittore intraprende un percorso autonomo che lo allontana dal gruppo degli artisti più ideologicamente schierati. Con pari dedizione, tuttavia, profonde le proprie energie in iniziative di promozione artistica che esprimono quella volontà di rinnovamento così condivisa negli anni del dopoguerra. Tra i fondatori del gruppo “La Soffitta”, di cui è instancabile animatore e segretario, Carotti è tra gli ideatori del “Premio Terni”, la rassegna istituita nel 1950 che riesce presto a guadagnare prestigio e visibilità tra i tanti analoghi concorsi fioriti in quegli anni sul territorio nazionale. Lo studio offre un’organica rilettura di una figura sinora piuttosto trascurata dagli studi, ma che con il suo dinamico impegno e le tante presenze a manifestazioni nazionali fu una voce rappresentativa del vivace “sistema dell’arte” dell’Italia postbellica.
2012
8897720137
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