Lo spoglio sistematico dei documenti diplomatici italiani ha permesso di ricostruire, in questo saggio, le altalenanti relazioni tra Italia e Francia dal 1940 all’estate del 1944. I contrasti tra le due nazioni appaiono attraverso i rapporti stilati dai presidenti dei due organismi ufficiali costituiti dopo l’armistizio, la Ciaf e la Dfcia, dai delegati italiani nella Francia di Vichy, dai consoli in Nord Africa che segnalavano il pericolo costituito dal movimento di de Gaulle. Le note rivendicazioni territoriali, limitate nel testo armistiziale ma più consistenti nelle intenzioni di Mussolini, trovarono forti opposizioni nel governo francese che non riconosceva gli italiani come vincitori e tendeva ad instaurare un dialogo privilegiato con i tedeschi. I documenti citati indicano le posizioni dei diplomatici italiani che, a Berlino o nei paesi occupati dall’Asse, non potevano riferire la reale situazione sull’andamento della guerra, mentre coloro che si trovavano in nazioni neutrali rivelavano le difficili condizioni delle nostre truppe. A questi rapporti si affianca l’analisi di fonti archivistiche e memorialistiche, di diari e corrispondenze private come quella tra Churchill e Roosevelt che, esaminata nelle sequenze cronologiche parallele agli avvenimenti descritti nei D.D.I., presenta la storia nell’ottica rovesciata dall’altro lato del fronte. Altri testi, come il Diario di Ciano, mostrano dietro i grandi eventi bellici il dramma umano dei protagonisti e il volto privato del Duce dall’esaltazione per le prime folgoranti vittorie tedesche al silenzio che accompagna la sconfitta.
Dalla non belligeranza alla resa incondizionata. Le relazioni politico-diplomatiche italo-francesi tra Asse e Alleati
Sommella, Valentina
2008
Abstract
Lo spoglio sistematico dei documenti diplomatici italiani ha permesso di ricostruire, in questo saggio, le altalenanti relazioni tra Italia e Francia dal 1940 all’estate del 1944. I contrasti tra le due nazioni appaiono attraverso i rapporti stilati dai presidenti dei due organismi ufficiali costituiti dopo l’armistizio, la Ciaf e la Dfcia, dai delegati italiani nella Francia di Vichy, dai consoli in Nord Africa che segnalavano il pericolo costituito dal movimento di de Gaulle. Le note rivendicazioni territoriali, limitate nel testo armistiziale ma più consistenti nelle intenzioni di Mussolini, trovarono forti opposizioni nel governo francese che non riconosceva gli italiani come vincitori e tendeva ad instaurare un dialogo privilegiato con i tedeschi. I documenti citati indicano le posizioni dei diplomatici italiani che, a Berlino o nei paesi occupati dall’Asse, non potevano riferire la reale situazione sull’andamento della guerra, mentre coloro che si trovavano in nazioni neutrali rivelavano le difficili condizioni delle nostre truppe. A questi rapporti si affianca l’analisi di fonti archivistiche e memorialistiche, di diari e corrispondenze private come quella tra Churchill e Roosevelt che, esaminata nelle sequenze cronologiche parallele agli avvenimenti descritti nei D.D.I., presenta la storia nell’ottica rovesciata dall’altro lato del fronte. Altri testi, come il Diario di Ciano, mostrano dietro i grandi eventi bellici il dramma umano dei protagonisti e il volto privato del Duce dall’esaltazione per le prime folgoranti vittorie tedesche al silenzio che accompagna la sconfitta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.