Dopo la stagione dell’indecenza, sembra trionfare quella del decoro. In realtà, si tratta di due facce della stessa medaglia. Le retoriche e le politiche del decoro hanno accompagnato e sostenuto l’ “indecenza”, con il loro corredo di parole d’ordine: sicurezza, merito, pulizia. Dove l’ “indecenza” era ciò che conveniva ai molto ricchi, oppure giovani e belli, il decoro è ciò che viene proposto e imposto ad un ceto medio impoverito e impaurito e a tutti coloro i cui desideri e passioni non sono facilmente incanalabili verso il consumo di merci. Il decoro giustifica politiche nazionali e locali volte a tenere a bada i giovani, le donne, i e le migranti, e a indirizzare paure e scontento contro i rom, le prostitute, i mendicanti. In questo breve saggio si analizza l’intreccio tra decoro e indecenza, si illustrano alcune delle politiche giustificate in nome del decoro e si mette in luce l’impoverimento del linguaggio politico ( e dunque della visione politica dominante) ridotto alla contrapposizione tra vittime e carnefici, meritevoli e immeritevoli, perbene e permale.

Contro il decoro. L'uso politico della pubblica decenza

PITCH, Tamar
2013

Abstract

Dopo la stagione dell’indecenza, sembra trionfare quella del decoro. In realtà, si tratta di due facce della stessa medaglia. Le retoriche e le politiche del decoro hanno accompagnato e sostenuto l’ “indecenza”, con il loro corredo di parole d’ordine: sicurezza, merito, pulizia. Dove l’ “indecenza” era ciò che conveniva ai molto ricchi, oppure giovani e belli, il decoro è ciò che viene proposto e imposto ad un ceto medio impoverito e impaurito e a tutti coloro i cui desideri e passioni non sono facilmente incanalabili verso il consumo di merci. Il decoro giustifica politiche nazionali e locali volte a tenere a bada i giovani, le donne, i e le migranti, e a indirizzare paure e scontento contro i rom, le prostitute, i mendicanti. In questo breve saggio si analizza l’intreccio tra decoro e indecenza, si illustrano alcune delle politiche giustificate in nome del decoro e si mette in luce l’impoverimento del linguaggio politico ( e dunque della visione politica dominante) ridotto alla contrapposizione tra vittime e carnefici, meritevoli e immeritevoli, perbene e permale.
2013
9788858105214
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1123667
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