Nel sistema del Codice del consumo, la pubblicità ha assunto un nuovo rapporto con il contenuto negoziale, in forza del principio che attribuisce vincolatività giuridica alle dichiarazioni del venditore o di terzi, anche non riportate nelle condizioni generali di contratto (art. 129 D. Lgs. 206/2005). Le modalità di formazione della volontà individuale acquistano così una specifica rilevanza nella contrattazione di massa, destinata ad incidere sulle riflessioni teoriche circa le peculiarità di questo settore delle relazioni intersoggettive. Nello stesso contesto, la disciplina in tema di pratiche commerciali sleali (artt. 18 ss. D. Lgs. 206/2005) attiene, sotto un diverso profilo, alla tutela del processo di determinazione della volontà di contrarre: si introducono regole dell’attività di impresa dirette ad evitare che il “comportamento economico” del consumatore – concetto innovativo nella nostra esperienza giuridica – sia indotto da un abuso commesso dal professionista. I due nuovi settori della disciplina consumeristica vengono posti a confronto con la sistematica tradizionale del negozio giuridico, per una verifica del loro possibile inquadramento nelle categorie classiche dell’atto di volontà. L’indagine tende così a valutare la compatibilità dei nuovi percorsi di tutela della determinazione a contrarre con gli istituti del motivo e della causa, mediante il superamento del concetto riassuntivo di status.
Comunicazione pubblicitaria e contratti del consumatore - Dallo status al motivo relazionale
CIANCI, Alberto Giulio
2013
Abstract
Nel sistema del Codice del consumo, la pubblicità ha assunto un nuovo rapporto con il contenuto negoziale, in forza del principio che attribuisce vincolatività giuridica alle dichiarazioni del venditore o di terzi, anche non riportate nelle condizioni generali di contratto (art. 129 D. Lgs. 206/2005). Le modalità di formazione della volontà individuale acquistano così una specifica rilevanza nella contrattazione di massa, destinata ad incidere sulle riflessioni teoriche circa le peculiarità di questo settore delle relazioni intersoggettive. Nello stesso contesto, la disciplina in tema di pratiche commerciali sleali (artt. 18 ss. D. Lgs. 206/2005) attiene, sotto un diverso profilo, alla tutela del processo di determinazione della volontà di contrarre: si introducono regole dell’attività di impresa dirette ad evitare che il “comportamento economico” del consumatore – concetto innovativo nella nostra esperienza giuridica – sia indotto da un abuso commesso dal professionista. I due nuovi settori della disciplina consumeristica vengono posti a confronto con la sistematica tradizionale del negozio giuridico, per una verifica del loro possibile inquadramento nelle categorie classiche dell’atto di volontà. L’indagine tende così a valutare la compatibilità dei nuovi percorsi di tutela della determinazione a contrarre con gli istituti del motivo e della causa, mediante il superamento del concetto riassuntivo di status.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.