Il lavoro si propone di ricostruire i presupposti teorici che sottendono l’abituale contrapposizione fatto/valore, per sostenere come la presunta eterogeneità tra giudizi descrittivi e giudizi valutativi appaia ormai insostenibile. In un’ottica pragmatista si evidenzia come non sia possibile concepire questa frattura nei termini di un’opposizione binaria tra la cognizione e la valutazione, tra l’oggettivo e il soggettivo, ossia come due campi semantici che occupano «luoghi» epistemici distinti. Per i pragmatisti non solo i valori permeano tutta l’esperienza, ma la conoscenza stessa è una forma di valore. Putnam rompe con la tradizione empirista, che sosteneva la rigida divisione tra fatti e valori, sostenendo che soltanto quando la scienza sarà intrisa di valori, cadrà uno dei più perniciosi dualismi della modernità, ossia la divisione tra scientifico e morale, tra fatti e valori. Pur riconoscendo che si tratta di due ambiti epistemici differenziabili, tuttavia egli si propone di superare tali dicotomie per mezzo di strumenti logico-linguistici che mostrano come fatti e valori risultino sempre più interdipendenti o addirittura convergenti.
Fatti e valori della conoscenza. Fine di una dicotomia
MARCHETTI, Giancarlo
2013
Abstract
Il lavoro si propone di ricostruire i presupposti teorici che sottendono l’abituale contrapposizione fatto/valore, per sostenere come la presunta eterogeneità tra giudizi descrittivi e giudizi valutativi appaia ormai insostenibile. In un’ottica pragmatista si evidenzia come non sia possibile concepire questa frattura nei termini di un’opposizione binaria tra la cognizione e la valutazione, tra l’oggettivo e il soggettivo, ossia come due campi semantici che occupano «luoghi» epistemici distinti. Per i pragmatisti non solo i valori permeano tutta l’esperienza, ma la conoscenza stessa è una forma di valore. Putnam rompe con la tradizione empirista, che sosteneva la rigida divisione tra fatti e valori, sostenendo che soltanto quando la scienza sarà intrisa di valori, cadrà uno dei più perniciosi dualismi della modernità, ossia la divisione tra scientifico e morale, tra fatti e valori. Pur riconoscendo che si tratta di due ambiti epistemici differenziabili, tuttavia egli si propone di superare tali dicotomie per mezzo di strumenti logico-linguistici che mostrano come fatti e valori risultino sempre più interdipendenti o addirittura convergenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.