All'interno della ricerca nazionale PRIN che ha riguardato lo status giuridico delle comunità islamiche in Italia, il contributo si sofferma sulle attività svolte nei centri islamici locali e sui rapporti di questi con la società, le altre realtà religiose e con le istituzioni locali. L'analisi, condotta a partire dalla ricerca sul campo, spazia dalle attività cultuali, cui si legano il ruolo dei ministri di culto e la questione dei luoghi deputati al culto, a quelle ricreative e di solidarietà, alle quali non sono estranei i temi dell'assistenza nel campo dell'integrazione degli immigrati e del legame che unisce etnia e religione. Ci si sofferma, poi, sul rispetto delle pratiche rituali (macellazione, sepoltura) e sull'assistenza spirituale nelle strutture segreganti. Nell'insieme, emerge una realtà complessa e ricca, all'interno della quale appare difficile discernere le attività di religione e di culto da quelle umanitarie, di carità, nonché di socializzazione e di sostegno all'integrazione sociale. Una realtà che pone le istituzioni pubbliche di fronte all'esigenza di ridefinire i tradizionali parametri normativi sui quali poggiano le scelte di politica ecclesiastica per adattarli, in armonia con i principi costituzionali, alle mutate esigenze dell'espressione collettiva del religioso nel nostro Paese.
Le attività delle comunità islamiche a livello locale. Alcune considerazioni alla luce dei risultati della ricerca.
ANGELETTI, Silvia
2015
Abstract
All'interno della ricerca nazionale PRIN che ha riguardato lo status giuridico delle comunità islamiche in Italia, il contributo si sofferma sulle attività svolte nei centri islamici locali e sui rapporti di questi con la società, le altre realtà religiose e con le istituzioni locali. L'analisi, condotta a partire dalla ricerca sul campo, spazia dalle attività cultuali, cui si legano il ruolo dei ministri di culto e la questione dei luoghi deputati al culto, a quelle ricreative e di solidarietà, alle quali non sono estranei i temi dell'assistenza nel campo dell'integrazione degli immigrati e del legame che unisce etnia e religione. Ci si sofferma, poi, sul rispetto delle pratiche rituali (macellazione, sepoltura) e sull'assistenza spirituale nelle strutture segreganti. Nell'insieme, emerge una realtà complessa e ricca, all'interno della quale appare difficile discernere le attività di religione e di culto da quelle umanitarie, di carità, nonché di socializzazione e di sostegno all'integrazione sociale. Una realtà che pone le istituzioni pubbliche di fronte all'esigenza di ridefinire i tradizionali parametri normativi sui quali poggiano le scelte di politica ecclesiastica per adattarli, in armonia con i principi costituzionali, alle mutate esigenze dell'espressione collettiva del religioso nel nostro Paese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.