Marina Colasanti è una delle più note scrittrici brasiliane. Autrice versatile, ha pubblicato il suo primo libro nel 1968 e da allora non ha più smesso, dando alle stampe oltre trenta titoli. Non tutti sanno, però, che Marina Colasanti è una scrittrice migrante e bilingue. Figlia di genitori italiani, è nata nel 1937 ad Asmara, in Eritrea, allora colonia italiana. Ancora bambina, la famiglia tornò in Italia, dove Marina ha vissuto i primi dieci anni e, nel 1948, si è trasferita in Brasile. Questo percorso di vita errante è recuperato e rivissuto intensamente nel libro Minha guerra alheia, pubblicato nel 2010. L’opera appartiene tanto al genere autobiografico quanto a quello letterario e in esso l’autrice recupera il suo rapporto con l’Italia, creando un ponte fra l’intellettuale di oggi e la bambina di ieri e riscattando elementi caratteristici della cultura italiana. Marina afferma in questo libro: «Criança ainda, não soube que o que me emocionava era visualizar meu futuro próximo, a travessia entre dois países e duas vidas.» Mi propongo qui di analizzare questo «attraversamento», che non è solo geografico, storico ed esistenziale ma che si rivela anche una commovente avventura di congiunzione tra elementi linguistici e culturali appartenenti a entrambi i paesi.
Histórias para ninar uma menina: uma leitura do livro "Minha guerrra alheia", di Marina Colasanti
DE OLIVEIRA, Vera Lucia
2014
Abstract
Marina Colasanti è una delle più note scrittrici brasiliane. Autrice versatile, ha pubblicato il suo primo libro nel 1968 e da allora non ha più smesso, dando alle stampe oltre trenta titoli. Non tutti sanno, però, che Marina Colasanti è una scrittrice migrante e bilingue. Figlia di genitori italiani, è nata nel 1937 ad Asmara, in Eritrea, allora colonia italiana. Ancora bambina, la famiglia tornò in Italia, dove Marina ha vissuto i primi dieci anni e, nel 1948, si è trasferita in Brasile. Questo percorso di vita errante è recuperato e rivissuto intensamente nel libro Minha guerra alheia, pubblicato nel 2010. L’opera appartiene tanto al genere autobiografico quanto a quello letterario e in esso l’autrice recupera il suo rapporto con l’Italia, creando un ponte fra l’intellettuale di oggi e la bambina di ieri e riscattando elementi caratteristici della cultura italiana. Marina afferma in questo libro: «Criança ainda, não soube que o que me emocionava era visualizar meu futuro próximo, a travessia entre dois países e duas vidas.» Mi propongo qui di analizzare questo «attraversamento», che non è solo geografico, storico ed esistenziale ma che si rivela anche una commovente avventura di congiunzione tra elementi linguistici e culturali appartenenti a entrambi i paesi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.