La relazione ripercorre il pensiero dell'economista agrario Vito Saccomandi in materia di cooperazione e associazionismo economico dei produttori agricoli, tema portante del suo impegno scientifico. Dalla lettura dei suoi lavori sul tema dell’impresa cooperativa di trasformazione agroalimentare emerge una concezione di impresa assistenziale con difficoltà intrinseche a stare sul mercato e a confrontarsi con pari livelli di efficienza con l’impresa capitalistica, lettura pessimistica, certamente influenzata dal fallimento di alcune espressioni del cooperativismo nazionale fra cui, in particolare, del sistema Federconsorzi-Consorzi Agrari. L'esigenza che ha animato tutti i suoi lavori in materia, è stata quella di riscrivere una teoria economica dell’impresa cooperativa di trasformazione scevra da qualunque impostazione ideologica e idealistica e attenta allo sviluppo equilibrato di questo tipo d’impresa in un orizzonte dinamico. Sotto il profilo teorico, Saccomandi, fin dai suoi primi lavori in materia, ha preso le distanze dallo schema analitico neoclassico, che considera l’impresa come un operatore di scambio astratto privo di uno spessore soggettivo ed organizzativo e mostra di condividere l’impostazione della letteratura economica, ascrivibile a quella che chiama “scuola tedesca”, che è stata la prima ad avere introdotto nello studio economico dell’impresa cooperativa i concetti della moderna teoria dell’impresa e, più in particolare, quello del nesso cooperativo. Successivamente ha arricchito la chiave di lettura del nesso cooperativo alla luce della teoria neo-istituzionale dei costi di transazione e della teoria finanziaria dell’impresa, adottando ed applicando il modello finanziario di Robin Marris all’analisi economica dell’impresa cooperativa di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.
Cooperazione e associazionismo
PAMPANINI, Rossella
2007
Abstract
La relazione ripercorre il pensiero dell'economista agrario Vito Saccomandi in materia di cooperazione e associazionismo economico dei produttori agricoli, tema portante del suo impegno scientifico. Dalla lettura dei suoi lavori sul tema dell’impresa cooperativa di trasformazione agroalimentare emerge una concezione di impresa assistenziale con difficoltà intrinseche a stare sul mercato e a confrontarsi con pari livelli di efficienza con l’impresa capitalistica, lettura pessimistica, certamente influenzata dal fallimento di alcune espressioni del cooperativismo nazionale fra cui, in particolare, del sistema Federconsorzi-Consorzi Agrari. L'esigenza che ha animato tutti i suoi lavori in materia, è stata quella di riscrivere una teoria economica dell’impresa cooperativa di trasformazione scevra da qualunque impostazione ideologica e idealistica e attenta allo sviluppo equilibrato di questo tipo d’impresa in un orizzonte dinamico. Sotto il profilo teorico, Saccomandi, fin dai suoi primi lavori in materia, ha preso le distanze dallo schema analitico neoclassico, che considera l’impresa come un operatore di scambio astratto privo di uno spessore soggettivo ed organizzativo e mostra di condividere l’impostazione della letteratura economica, ascrivibile a quella che chiama “scuola tedesca”, che è stata la prima ad avere introdotto nello studio economico dell’impresa cooperativa i concetti della moderna teoria dell’impresa e, più in particolare, quello del nesso cooperativo. Successivamente ha arricchito la chiave di lettura del nesso cooperativo alla luce della teoria neo-istituzionale dei costi di transazione e della teoria finanziaria dell’impresa, adottando ed applicando il modello finanziario di Robin Marris all’analisi economica dell’impresa cooperativa di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
