Il saggio prende in esame la complessa situazione culturale e figurativa delle varie botteghe presenti a Perugia tra il settimo e l'ottavo decennio, sentito come un periodo nel quale la maturazione delle riflessioni sulla resa spaziale dell'ambiente, del paesaggio e della figura umana, tocca il suo apice. Si è studiata la composizione di una grande bottega pre-peruginesca, quella di BArtolomeo Caporali, all'interno della quale una ricca serie di pittori perugini, Sante di Apollonio, Fiorenzo di Lorenzo, il giovane Pintoricchio, sembrano tutti orbitare. Si è studiato la versatilità della bottega caporalesca che, sulla falsariga di quella di VErrocchio, copriva un ampia fascia delle necessità figurative e decorative del mercato. Inoltre si è evidenziato un continuo modellamento del proprio linguaggio figurativo sui prototipi fiorentini di Verrocchio, Botticini e Cosimo Rosselli e su quelli romani, caratterizzati da una voluta ripresa di un linguaggio arcaizzante che aveva nelle icone medievali la sua fonte di origine, volta a nobilitare la sacralità dell'immagine.
Pittori a Perugia tra settimo e ottavo decennio del XV secolo,
TEZA, Laura
2004
Abstract
Il saggio prende in esame la complessa situazione culturale e figurativa delle varie botteghe presenti a Perugia tra il settimo e l'ottavo decennio, sentito come un periodo nel quale la maturazione delle riflessioni sulla resa spaziale dell'ambiente, del paesaggio e della figura umana, tocca il suo apice. Si è studiata la composizione di una grande bottega pre-peruginesca, quella di BArtolomeo Caporali, all'interno della quale una ricca serie di pittori perugini, Sante di Apollonio, Fiorenzo di Lorenzo, il giovane Pintoricchio, sembrano tutti orbitare. Si è studiato la versatilità della bottega caporalesca che, sulla falsariga di quella di VErrocchio, copriva un ampia fascia delle necessità figurative e decorative del mercato. Inoltre si è evidenziato un continuo modellamento del proprio linguaggio figurativo sui prototipi fiorentini di Verrocchio, Botticini e Cosimo Rosselli e su quelli romani, caratterizzati da una voluta ripresa di un linguaggio arcaizzante che aveva nelle icone medievali la sua fonte di origine, volta a nobilitare la sacralità dell'immagine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.