I rilievi dei complessi edilizi prossimi alla demolizione sono accomunati da uno strano destino; ragionevolmente riferibile al fatto che, costituendo l’ultimo atto sulla materia, essi rappresentano la legittimazione del segno come testimone della memoria oltre che come veicolo di una verità in estinzione. Il che riguarda direttamente il rilievo del quartiere degli Antinori, così come eseguito da Francesco Bianchi nel Settecento per saggiare le potenzialità dell’area e impostare la platea di fondazione della futura fabbrica del palazzo. Un destino comune, seppure meno “cruento”, ai rilievi eseguiti da Antonio da Sangallo il Giovane relativamente alle mura cittadine e al quartiere dei Baglioni, che duecento anni prima contribuirono alla cancellazione di un pezzo di urbanistica medievale perugina per erigere l’imponente Rocca Paolina, a sua volta sepolta dal palazzo della Provincia di Alessandro Arienti. Anche la demolizione settecentesca intrapresa con il progetto di Francesco Bianchi determinò la cancellazione dell’immagine originale di un’intera porzione di città, quale piazza Grimana, annullandone la memoria e modificandone il messaggio visivo. Con la sua opera, infatti, Bianchi alterò la figurazione del complesso cinquecentesco appartenente all’immaginario collettivo dell’epoca, caricandola di un messaggio più incisivo e presente. Fu, pertanto, edificato un unico nuovo palazzo tardo barocco proveniente da un’altra cultura, un’altra scuola, un’altra città e, principalmente, latore di una formidabile magniloquenza, che prese il posto di un insieme di palazzetti scomposti e disomogenei, distribuiti su un’area tagliata da viuzze occasionalmente coperte da passaggi aerei.

Il rilievo del Palazzo

BIANCONI, Fabio
2008

Abstract

I rilievi dei complessi edilizi prossimi alla demolizione sono accomunati da uno strano destino; ragionevolmente riferibile al fatto che, costituendo l’ultimo atto sulla materia, essi rappresentano la legittimazione del segno come testimone della memoria oltre che come veicolo di una verità in estinzione. Il che riguarda direttamente il rilievo del quartiere degli Antinori, così come eseguito da Francesco Bianchi nel Settecento per saggiare le potenzialità dell’area e impostare la platea di fondazione della futura fabbrica del palazzo. Un destino comune, seppure meno “cruento”, ai rilievi eseguiti da Antonio da Sangallo il Giovane relativamente alle mura cittadine e al quartiere dei Baglioni, che duecento anni prima contribuirono alla cancellazione di un pezzo di urbanistica medievale perugina per erigere l’imponente Rocca Paolina, a sua volta sepolta dal palazzo della Provincia di Alessandro Arienti. Anche la demolizione settecentesca intrapresa con il progetto di Francesco Bianchi determinò la cancellazione dell’immagine originale di un’intera porzione di città, quale piazza Grimana, annullandone la memoria e modificandone il messaggio visivo. Con la sua opera, infatti, Bianchi alterò la figurazione del complesso cinquecentesco appartenente all’immaginario collettivo dell’epoca, caricandola di un messaggio più incisivo e presente. Fu, pertanto, edificato un unico nuovo palazzo tardo barocco proveniente da un’altra cultura, un’altra scuola, un’altra città e, principalmente, latore di una formidabile magniloquenza, che prese il posto di un insieme di palazzetti scomposti e disomogenei, distribuiti su un’area tagliata da viuzze occasionalmente coperte da passaggi aerei.
2008
9788889398494
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