L’impresa di Libia, nell’1911-12, e il divampare della prima guerra mondiale, nel 1914, provocarono una profonda crisi d’identità all’interno del pacifismo democratico italiano, il pacifismo di matrice radicale, repubblicana e liberale progressista. Il conflitto italo-turco, infatti, spaccò il movimento pacifista borghese italiano in due tronconi, dividendolo fra coloro che approvavano la guerra per considerazioni d’indole patriottica e quanti, viceversa, fedeli ai principii della pace, l’avversavano in maniera risoluta. La loro riconciliazione fu favorita dallo scoppio del primo conflitto mondiale, poiché in quell’occasione non solo i primi, ma anche i secondi finirono con l’aderire alla causa dell’interventismo democratico. Sennonché, tale rappacificazione avvenne paradossalmente in nome non già della pace, ma della guerra, sia pure – come si diceva – di «una guerra giusta», di «una guerra contro la guerra», di «una guerra per la pace» e, se possibile, dell’«ultima delle guerre». Uno dei pochissimi pacifisti democratici che, dopo aver osteggiato l’impresa libica, condannò senza vie di mezzo pure la guerra deflagrata nell’estate del 1914 fu l’ex socialista Enrico Bignami, il quale, in tutto e per tutto coerente con gli ideali del pacifismo, condusse dalle pagine della rivista “Coenobium”, da lui fondata a Lugano nel 1906, un’energica quanto vana campagna per il rapido ristabilimento della pace.

Enrico Bignami, "Coenobium" e la crisi del pacifismo democratico italiano (1911-1915)

D'ANGELO, Lucio
2007

Abstract

L’impresa di Libia, nell’1911-12, e il divampare della prima guerra mondiale, nel 1914, provocarono una profonda crisi d’identità all’interno del pacifismo democratico italiano, il pacifismo di matrice radicale, repubblicana e liberale progressista. Il conflitto italo-turco, infatti, spaccò il movimento pacifista borghese italiano in due tronconi, dividendolo fra coloro che approvavano la guerra per considerazioni d’indole patriottica e quanti, viceversa, fedeli ai principii della pace, l’avversavano in maniera risoluta. La loro riconciliazione fu favorita dallo scoppio del primo conflitto mondiale, poiché in quell’occasione non solo i primi, ma anche i secondi finirono con l’aderire alla causa dell’interventismo democratico. Sennonché, tale rappacificazione avvenne paradossalmente in nome non già della pace, ma della guerra, sia pure – come si diceva – di «una guerra giusta», di «una guerra contro la guerra», di «una guerra per la pace» e, se possibile, dell’«ultima delle guerre». Uno dei pochissimi pacifisti democratici che, dopo aver osteggiato l’impresa libica, condannò senza vie di mezzo pure la guerra deflagrata nell’estate del 1914 fu l’ex socialista Enrico Bignami, il quale, in tutto e per tutto coerente con gli ideali del pacifismo, condusse dalle pagine della rivista “Coenobium”, da lui fondata a Lugano nel 1906, un’energica quanto vana campagna per il rapido ristabilimento della pace.
2007
9788832360714
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