Il saggio di Fabio Bianconi, che riassume i temi sviluppati nell’ambito del corso di “Laboratorio di Tecniche Paesaggistiche” del Corso di Laurea Magistrale in “Scienze della Gestione del Paesaggio”, è strutturato in tre parti (“l’osservazione del paesaggio”, “l’azione descrittiva”, “le operazioni semplici”), ed è corredato da un’appendice, da una bibliografia e da un apparato iconografico. Si tratta di un lavoro che appalesa la trasversalità delle discipline della rappresentazione e ne chiarisce il ruolo centrale di catalizzatori di più ambiti scientifici e di efficaci strumenti comunicativi, indispensabili per chiunque si accinga a studiare il paesaggio e a partecipare al governo della sua modificazione. Nella prima parte l’Autore affronta, attraverso un’accurata indagine bibliografica, il concetto di paesaggio, partendo dalla definizione data in letteratura per giungere, confrontando più temi (paesaggio/ambiente, paesaggio/natura, paesaggio/territorio), alla formulazione della relazione fra il paesaggio contemporaneo e il suo osservatore. Ne emerge una relazione stretta quanto sinergica, messa ancor più in evidenza attraverso la ridefinizione del “punto di vista” a metà fra geografo e paesaggista. Dopo aver enucleato il concetto di “paesaggio come architettura a grande scala”, la seconda parte del saggio passa in rassegna e descrive tecnicamente gli strumenti digitali per la rappresentazione territoriale. Attraverso una sintesi sulla rappresentazione canonica di morfologie complesse, il saggio approda al modello digitale del terreno descrivendo i due algoritmi principali per la simulazione infografica. Dalla serrata descrizione delle tecniche di rappresentazione del paesaggio derivano tutte le valenze del modello digitale e le implicazioni legate alla civiltà dell’immagine. Dopo aver definito il paesaggio e gli strumenti per la sua rappresentazione, nell’ultima parte l’Autore introduce il concetto di “paesaggio-palinsesto”. Un’idea che porta alla sintesi di “nuovi paesaggi” in cui sperimentare diversi modi di vedere le informazioni. Un’operazione semplice, come la definisce l’Autore, con la quale, data una cartografia di base usata come indice grafico, è possibile “costruire scenari” le cui morfologie non derivano da altimetrie ma da dati statistici che, pur appartenendo al territorio, detengono, per loro stessa natura, una forte componente di astrazione. Non a caso il risultato più originale della ricerca è costituito da un corpo di “nuove immagini” che, saldando il concetto di contenuto a quello di contenitore, mostrano i loro significati con un elevato grado comunicativo. In tal senso, la rappresentazione si trova ad assolvere il suo compito più importante ovvero quello di veicolo privilegiato della conoscenza. Di fronte ad un crescente impegno dell’Università nella formazione di figure professionali in grado di leggere, valutare ed interpretare il paesaggio, il saggio di Fabio Bianconi viene proposto nel momento opportuno anche come ulteriore ma necessaria fonte di apprendimento per i giovani che si apprestano a divenire esperti nella gestione e progettazione del paesaggio, una delle maggiori ricchezze di cui il Paese dispone e che dalle attività umane largamente dipende. Alvaro Standardi Presidente del Consiglio di Intercorso (Laurea in Gestione Tecnica del Paesaggio e Laurea Magistrale in Scienze della Gestione del Paesaggio) Università degli Studi di Perugia

Nuovi Paesaggi. Operazioni semplici su seconde nature

BIANCONI, Fabio
2008

Abstract

Il saggio di Fabio Bianconi, che riassume i temi sviluppati nell’ambito del corso di “Laboratorio di Tecniche Paesaggistiche” del Corso di Laurea Magistrale in “Scienze della Gestione del Paesaggio”, è strutturato in tre parti (“l’osservazione del paesaggio”, “l’azione descrittiva”, “le operazioni semplici”), ed è corredato da un’appendice, da una bibliografia e da un apparato iconografico. Si tratta di un lavoro che appalesa la trasversalità delle discipline della rappresentazione e ne chiarisce il ruolo centrale di catalizzatori di più ambiti scientifici e di efficaci strumenti comunicativi, indispensabili per chiunque si accinga a studiare il paesaggio e a partecipare al governo della sua modificazione. Nella prima parte l’Autore affronta, attraverso un’accurata indagine bibliografica, il concetto di paesaggio, partendo dalla definizione data in letteratura per giungere, confrontando più temi (paesaggio/ambiente, paesaggio/natura, paesaggio/territorio), alla formulazione della relazione fra il paesaggio contemporaneo e il suo osservatore. Ne emerge una relazione stretta quanto sinergica, messa ancor più in evidenza attraverso la ridefinizione del “punto di vista” a metà fra geografo e paesaggista. Dopo aver enucleato il concetto di “paesaggio come architettura a grande scala”, la seconda parte del saggio passa in rassegna e descrive tecnicamente gli strumenti digitali per la rappresentazione territoriale. Attraverso una sintesi sulla rappresentazione canonica di morfologie complesse, il saggio approda al modello digitale del terreno descrivendo i due algoritmi principali per la simulazione infografica. Dalla serrata descrizione delle tecniche di rappresentazione del paesaggio derivano tutte le valenze del modello digitale e le implicazioni legate alla civiltà dell’immagine. Dopo aver definito il paesaggio e gli strumenti per la sua rappresentazione, nell’ultima parte l’Autore introduce il concetto di “paesaggio-palinsesto”. Un’idea che porta alla sintesi di “nuovi paesaggi” in cui sperimentare diversi modi di vedere le informazioni. Un’operazione semplice, come la definisce l’Autore, con la quale, data una cartografia di base usata come indice grafico, è possibile “costruire scenari” le cui morfologie non derivano da altimetrie ma da dati statistici che, pur appartenendo al territorio, detengono, per loro stessa natura, una forte componente di astrazione. Non a caso il risultato più originale della ricerca è costituito da un corpo di “nuove immagini” che, saldando il concetto di contenuto a quello di contenitore, mostrano i loro significati con un elevato grado comunicativo. In tal senso, la rappresentazione si trova ad assolvere il suo compito più importante ovvero quello di veicolo privilegiato della conoscenza. Di fronte ad un crescente impegno dell’Università nella formazione di figure professionali in grado di leggere, valutare ed interpretare il paesaggio, il saggio di Fabio Bianconi viene proposto nel momento opportuno anche come ulteriore ma necessaria fonte di apprendimento per i giovani che si apprestano a divenire esperti nella gestione e progettazione del paesaggio, una delle maggiori ricchezze di cui il Paese dispone e che dalle attività umane largamente dipende. Alvaro Standardi Presidente del Consiglio di Intercorso (Laurea in Gestione Tecnica del Paesaggio e Laurea Magistrale in Scienze della Gestione del Paesaggio) Università degli Studi di Perugia
2008
9788860741714
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/131598
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