Il Codice del consumo si inserisce in un ampio fenomeno in cui trovano collocazione anche altri “codici”, volti a realizzare la semplificazione normativa, riducendo il numero esorbitante delle regole poste dal nostro ordinamento, rimediando alla loro contraddittorietà, alla loro onerosità nei confronti di cittadini e imprese, alla loro relativamente non elevata qualità. In questo contesto, l’Autore ricostruisce la vicenda della trasposizione degli artt. 1469 bis – 1469 sexies c.c. nel Codice del consumo agli artt. 33 - 38 che restano, salvo limitate modifiche, pressoché immutati. L’attenzione dell’Autore si concentra, in particolare, sulla clausola generale di cui all’art. 33, comma 1, c. cons. (ex art. 1469-bis, comma 1, c.c.), che rappresenta il fulcro della normativa e che la caratterizza. Il formulare una opzione rispetto alla stessa significa, infatti, scegliere ed impiegare una chiave di lettura utile a gettare luce sull’intera normativa. Un’analisi approfondita è dedicata alla locuzione “malgrado la buona fede”, al suo difficile iter di recepimento, al suo permanere nonostante le proposte di modifica e ai dubbi ermeneutici cui essa ha dato luogo. L’Autore affronta, inoltre, il problema del raccordo tra “buona fede oggettiva “ e “significativo squilibrio”, dando preferenza alla tesi della loro inscindibilità. Vengono evidenziati anche i profili dell’impiego della clausola generale in una prospettiva comparatistica.
Commento all’art. 33 del Codice del consumo
RIZZO, Vito
2007
Abstract
Il Codice del consumo si inserisce in un ampio fenomeno in cui trovano collocazione anche altri “codici”, volti a realizzare la semplificazione normativa, riducendo il numero esorbitante delle regole poste dal nostro ordinamento, rimediando alla loro contraddittorietà, alla loro onerosità nei confronti di cittadini e imprese, alla loro relativamente non elevata qualità. In questo contesto, l’Autore ricostruisce la vicenda della trasposizione degli artt. 1469 bis – 1469 sexies c.c. nel Codice del consumo agli artt. 33 - 38 che restano, salvo limitate modifiche, pressoché immutati. L’attenzione dell’Autore si concentra, in particolare, sulla clausola generale di cui all’art. 33, comma 1, c. cons. (ex art. 1469-bis, comma 1, c.c.), che rappresenta il fulcro della normativa e che la caratterizza. Il formulare una opzione rispetto alla stessa significa, infatti, scegliere ed impiegare una chiave di lettura utile a gettare luce sull’intera normativa. Un’analisi approfondita è dedicata alla locuzione “malgrado la buona fede”, al suo difficile iter di recepimento, al suo permanere nonostante le proposte di modifica e ai dubbi ermeneutici cui essa ha dato luogo. L’Autore affronta, inoltre, il problema del raccordo tra “buona fede oggettiva “ e “significativo squilibrio”, dando preferenza alla tesi della loro inscindibilità. Vengono evidenziati anche i profili dell’impiego della clausola generale in una prospettiva comparatistica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.