Il saggio persegue l’obiettivo di “leggere”, o meglio, “ri-leggere” il testo di Thomas Humphrey Marshall Citizenship and Social Class del 1950, un piccolo “classico” del pensiero novecentesco che ha inaugurato la riflessione sociologica sui diritti di cittadinanza. La “rilettura” del saggio marshalliano viene proposta al fine di approfondirne i contenuti, tentare un bilancio critico e rintracciarvi spunti interpretativi che possano far meglio comprendere le nuove sfide e i nuovi dilemmi che il tema della cittadinanza pone alle società contemporanee. Nell’epoca della precarietà, della perdita di garanzie, della crisi del welfare, dell’allargamento dell’Unione Europea, dei massicci movimenti migratori e della trasformazione in senso multietnico e multiculturale delle maggiori democrazie occidentali, cresce infatti la necessità di reinterrogarsi sullo statuto della cittadinanza, di riaffermare e ridefinire il corpus di diritti che dovrebbe spettare ai membri di una comunità, affrontando il problema cruciale dei confini tra inclusione ed esclusione. E il confronto con Marshall può in questa prospettiva rivelarsi estremamente fruttuoso e stimolante, come il saggio cerca di dimostrare. Il percorso argomentativo è articolato in diversi passaggi. In primo luogo viene ricostruita la genesi di Citizenship and Social Class, da un lato connessa all’incontro tra sociologia ed economia, veicolato dal dialogo con Alfred Marshall, l’economista le cui opere hanno introdotto l’omonimo T.H. Marshall alla riflessione su diritti, lavoro, classi sociali e società; dall’altro frutto di quel particolare clima di speranze e cambiamenti che ha caratterizzato la fase di costruzione del Welfare State nella Gran Bretagna postbellica, progetto alla cui realizzazione T.H. Marshall, fautore di una sociologia che potesse avere applicazioni pratiche, si sentiva pienamente coinvolto. In secondo luogo viene presentata l’interpretazione marshalliana dello sviluppo della cittadinanza, sinteticamente riassumibile in un cammino secolare che porta ad ampliare sia i contenuti dei diritti (prima civili, poi politici e infine sociali) sia il numero di persone che sono ammesse a goderne. Di tale lettura viene sottolineata non tanto la pertinenza storica (appropriata per la Gran Bretagna ma non per altri paesi) quanto la valenza socio-politica: Marshall vede della cittadinanza, e in particolare nei diritti sociali garantiti dal Welfare State, un valido correttivo delle disuguaglianze di classe prodotte dal sistema capitalistico, in grado di ridurre il conflitto sociale, favorire una base di uguaglianza e condivisione tra i cittadini e innescare uno sviluppo “virtuoso”, che armonizzi le esigenze contrapposte di capitale e lavoro. In terzo luogo è stato ricostruito il dibattito critico che il saggio di Marshall ha alimentato e ne è stata studiata la ricezione e l’influenza nel pensiero socio-politico della seconda metà del Novecento. In particolare si sono vagliate le letture critiche di Giddens, Habermas, Held e Bauman, facendole dialogare tra di loro e con Marshall, in modo da aprire significativi orizzonti interpretativi su Citizenship and Social Class e delineare un primo bilancio critico degli apporti riconosciuti come validi e degli elementi di debolezza teorica delle analisi marshalliane. L’ultima parte e l’ultimo obiettivo del saggio è consistito nel mettere a fuoco le principali trasformazioni che la cittadinanza ha attraversato dai tempi di Marshall ai nostri giorni, con particolare attenzione ai nuovi problemi e alle nuove sfide che essa pone all’epoca contemporanea. Rispetto a questo nuovo scenario, si è cercato di verificare quali aspetti delle riflessioni marshalliane risultassero “datati” e quali invece si mostrassero di rilevanza ancora attuale e in grado di ispirare la teoria sociale contemporanea. La lettura dell’eredità di Marshall nel dibattito sociologico, politico e giuridico a noi contemporaneo, ha chiuso questa riflessione, che ha inteso evidenziare la stessa lezione metodologica di Marshall, in direzione di una sociologia che si faccia carico dei problemi del proprio tempo, che prenda posizione sugli sviluppi che vede in corso, pur non rinunciando alla lucidità speculativa e teorica.
Cittadinanza, conflitto sociale e normatività. Una lettura di Marshall
PICCHIO, MARTA
2008
Abstract
Il saggio persegue l’obiettivo di “leggere”, o meglio, “ri-leggere” il testo di Thomas Humphrey Marshall Citizenship and Social Class del 1950, un piccolo “classico” del pensiero novecentesco che ha inaugurato la riflessione sociologica sui diritti di cittadinanza. La “rilettura” del saggio marshalliano viene proposta al fine di approfondirne i contenuti, tentare un bilancio critico e rintracciarvi spunti interpretativi che possano far meglio comprendere le nuove sfide e i nuovi dilemmi che il tema della cittadinanza pone alle società contemporanee. Nell’epoca della precarietà, della perdita di garanzie, della crisi del welfare, dell’allargamento dell’Unione Europea, dei massicci movimenti migratori e della trasformazione in senso multietnico e multiculturale delle maggiori democrazie occidentali, cresce infatti la necessità di reinterrogarsi sullo statuto della cittadinanza, di riaffermare e ridefinire il corpus di diritti che dovrebbe spettare ai membri di una comunità, affrontando il problema cruciale dei confini tra inclusione ed esclusione. E il confronto con Marshall può in questa prospettiva rivelarsi estremamente fruttuoso e stimolante, come il saggio cerca di dimostrare. Il percorso argomentativo è articolato in diversi passaggi. In primo luogo viene ricostruita la genesi di Citizenship and Social Class, da un lato connessa all’incontro tra sociologia ed economia, veicolato dal dialogo con Alfred Marshall, l’economista le cui opere hanno introdotto l’omonimo T.H. Marshall alla riflessione su diritti, lavoro, classi sociali e società; dall’altro frutto di quel particolare clima di speranze e cambiamenti che ha caratterizzato la fase di costruzione del Welfare State nella Gran Bretagna postbellica, progetto alla cui realizzazione T.H. Marshall, fautore di una sociologia che potesse avere applicazioni pratiche, si sentiva pienamente coinvolto. In secondo luogo viene presentata l’interpretazione marshalliana dello sviluppo della cittadinanza, sinteticamente riassumibile in un cammino secolare che porta ad ampliare sia i contenuti dei diritti (prima civili, poi politici e infine sociali) sia il numero di persone che sono ammesse a goderne. Di tale lettura viene sottolineata non tanto la pertinenza storica (appropriata per la Gran Bretagna ma non per altri paesi) quanto la valenza socio-politica: Marshall vede della cittadinanza, e in particolare nei diritti sociali garantiti dal Welfare State, un valido correttivo delle disuguaglianze di classe prodotte dal sistema capitalistico, in grado di ridurre il conflitto sociale, favorire una base di uguaglianza e condivisione tra i cittadini e innescare uno sviluppo “virtuoso”, che armonizzi le esigenze contrapposte di capitale e lavoro. In terzo luogo è stato ricostruito il dibattito critico che il saggio di Marshall ha alimentato e ne è stata studiata la ricezione e l’influenza nel pensiero socio-politico della seconda metà del Novecento. In particolare si sono vagliate le letture critiche di Giddens, Habermas, Held e Bauman, facendole dialogare tra di loro e con Marshall, in modo da aprire significativi orizzonti interpretativi su Citizenship and Social Class e delineare un primo bilancio critico degli apporti riconosciuti come validi e degli elementi di debolezza teorica delle analisi marshalliane. L’ultima parte e l’ultimo obiettivo del saggio è consistito nel mettere a fuoco le principali trasformazioni che la cittadinanza ha attraversato dai tempi di Marshall ai nostri giorni, con particolare attenzione ai nuovi problemi e alle nuove sfide che essa pone all’epoca contemporanea. Rispetto a questo nuovo scenario, si è cercato di verificare quali aspetti delle riflessioni marshalliane risultassero “datati” e quali invece si mostrassero di rilevanza ancora attuale e in grado di ispirare la teoria sociale contemporanea. La lettura dell’eredità di Marshall nel dibattito sociologico, politico e giuridico a noi contemporaneo, ha chiuso questa riflessione, che ha inteso evidenziare la stessa lezione metodologica di Marshall, in direzione di una sociologia che si faccia carico dei problemi del proprio tempo, che prenda posizione sugli sviluppi che vede in corso, pur non rinunciando alla lucidità speculativa e teorica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.