L'edificio templare, dedicato ai santi Girolamo e Bevignate venne iniziato nel 1256 e i lavori dovevano essere a buon punto nell'ottobre 1262, se Bonvicino rettore fece richiesta ai canonici della cattedrale di quondam marmoreum lapidem. I caratteri stilistici dei dipinti inducono a metterli in relazione con altri lavori presenti a Perugia e dintorni, nella chiesa di Sant'Apollinare e in San Prospero, dove si può osservare un ciclo assai esteso datato al 1225 e firmato da Bonamico per i quali Scarpellini coniò l'azzeccata definizione di "sermo rustìcus: "un linguaggio non aulico, estremamente semplificato, fortemente didascalico, di esecuzione rapida, corsiva ma di notevole efficacia comunicativa" anche se in San Bevignate "il livello artistico appare senz'altro superiore a quello di San Prospero" . II complesso progetto iconografico fu realizzato in tempi assai ristretti e presenta unitarietà nel programma e nelle modalità di esecuzione, al punto che si potrebbe trattare di un'unica maestranza, all'interno della quale agivano tre mani diverse. Considerando i rapporti con gli affreschi di San Prospero e di sant'Apollinare, si può ragionevolmente credere che il linguaggio espresso in San Bevignate sia peculiare di Perugia, anche in considerazione del fatto che in altri centri dell'Umbria si riscontrano, negli anni 1260-1270, indicati da Scarpellini come gli estremi cronologici dell'impresa, caratteri stilistici ben differenti (come, ad esempio, a Spoleto, Todi, Foligno, Assisi, Terni, Orvieto e Gubbio). Su questa base è ragionevole pensare che i tre maestri fossero del posto o comunque lì fortemente radicati

I cicli murali più antichi nella chiesa di San Bevignate a Perugia

FRATINI, Corrado
2013

Abstract

L'edificio templare, dedicato ai santi Girolamo e Bevignate venne iniziato nel 1256 e i lavori dovevano essere a buon punto nell'ottobre 1262, se Bonvicino rettore fece richiesta ai canonici della cattedrale di quondam marmoreum lapidem. I caratteri stilistici dei dipinti inducono a metterli in relazione con altri lavori presenti a Perugia e dintorni, nella chiesa di Sant'Apollinare e in San Prospero, dove si può osservare un ciclo assai esteso datato al 1225 e firmato da Bonamico per i quali Scarpellini coniò l'azzeccata definizione di "sermo rustìcus: "un linguaggio non aulico, estremamente semplificato, fortemente didascalico, di esecuzione rapida, corsiva ma di notevole efficacia comunicativa" anche se in San Bevignate "il livello artistico appare senz'altro superiore a quello di San Prospero" . II complesso progetto iconografico fu realizzato in tempi assai ristretti e presenta unitarietà nel programma e nelle modalità di esecuzione, al punto che si potrebbe trattare di un'unica maestranza, all'interno della quale agivano tre mani diverse. Considerando i rapporti con gli affreschi di San Prospero e di sant'Apollinare, si può ragionevolmente credere che il linguaggio espresso in San Bevignate sia peculiare di Perugia, anche in considerazione del fatto che in altri centri dell'Umbria si riscontrano, negli anni 1260-1270, indicati da Scarpellini come gli estremi cronologici dell'impresa, caratteri stilistici ben differenti (come, ad esempio, a Spoleto, Todi, Foligno, Assisi, Terni, Orvieto e Gubbio). Su questa base è ragionevole pensare che i tre maestri fossero del posto o comunque lì fortemente radicati
2013
8890051248
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