La fiducia è una parola che fatica a trovare diritto di cittadinanza nel discorso pubblico dei nostri giorni, se non per vedere messe in piazza le proprie fatiche. Vale lo stesso per il sogno politico europeo. “Fiducia” e “Europa” sembrano essere state separate alla nascita, dopo una gestazione e un parto comuni. Questo contributo intende mettersi alla ricerca delle ragioni che permettano di superare la disaffezione o l’indifferenza europea, investendo nel più ampio rapporto tra “ideale” e “immaginario”. La nostra società del sospetto sembra infatti anestetizzare la capacità che “Fiducia” ed “Europa” concepiscano immagini del possibile e le coniughino secondo ideali credibili: lo straniero non estraneo e il futuro senza certezza sono due delle scommesse possibili per ripensare una tessitura necessaria tra una dinamica antropologica essenziale e una comunità politica e culturale ancora da realizzare.
L’Europa pro-vocata dalla fiducia: uno sguardo “ideale”, non “irreale”
ALICI, LUCA
2014
Abstract
La fiducia è una parola che fatica a trovare diritto di cittadinanza nel discorso pubblico dei nostri giorni, se non per vedere messe in piazza le proprie fatiche. Vale lo stesso per il sogno politico europeo. “Fiducia” e “Europa” sembrano essere state separate alla nascita, dopo una gestazione e un parto comuni. Questo contributo intende mettersi alla ricerca delle ragioni che permettano di superare la disaffezione o l’indifferenza europea, investendo nel più ampio rapporto tra “ideale” e “immaginario”. La nostra società del sospetto sembra infatti anestetizzare la capacità che “Fiducia” ed “Europa” concepiscano immagini del possibile e le coniughino secondo ideali credibili: lo straniero non estraneo e il futuro senza certezza sono due delle scommesse possibili per ripensare una tessitura necessaria tra una dinamica antropologica essenziale e una comunità politica e culturale ancora da realizzare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.