Il saggio si propone di mettere a fuoco alcune affinità e differenze tra due grandi “classici” del pensiero sociologico: Georg Simmel e Max Weber. I temi-chiave prescelti per il confronto, poiché toccano i punti nodali dei rispettivi programmi sociologici, sono la concettualizzazione della modernità e la definizione dell’identità soggettiva dell’uomo moderno, con un’attenzione particolare alle conseguenze che ne derivano sul piano della vita quotidiana. Tra le convergenze emerge come, sia in Simmel che in Weber, le trasformazioni del settore economico nelle loro conseguenze culturali e il processo globale di razionalizzazione-intellettualizzazione risultino centrali nella definizione della modernità. I due Autori condividono anche timori strettamente analoghi per gli esiti del processo di modernizzazione, con evidenti affinità nel modo di raffigurarne lo scenario “tragico”: entrambi sono accomunati dalla percezione di una sempre maggiore dipendenza dell’uomo moderno da un mondo di istituzioni, tecniche, apparati che lo sovrasta e ne riduce drammaticamente il margine di autonomia e la libertà di movimento. Si apre perciò il problema della salvaguardia dell’autonomia individuale e diventa cruciale una riflessione sulla soggettività nell’epoca moderna. Sia Simmel che Weber infine concordano su alcune conseguenze che la modernità comporta sul piano della vita quotidiana: l’atteggiamento strumentale e calcolistico che investe tutti gli aspetti della vita di ogni giorno, dall’organizzazione del lavoro alla gestione del tempo, fino alle relazioni interpersonali, sempre più spersonalizzate. In merito alle differenze va sottolineato che Simmel riesce a cogliere maggiormente l’esperienza della modernità, come essa viene vissuta e sentita nei suoi aspetti più fugaci, apparentemente superficiali e banali, nelle interazioni quotidiane e intime, e ciò lo rende addirittura un precursore della “sociologia della vita quotidiana”, mentre Weber si concentra sui grandi temi dell’economia, della politica, della religione, accentuando l’importanza della razionalità formale-strumentale e lasciando la quotidianità sullo sfondo, con un rilievo ridotto o implicito, anche se le sue rilfessioni sulla "condotta metodica" di vita conservano ancora tutta la loro pregnante rilevanza per la comprensione del nostro presente.
Simmel e Weber: “differenti affinità”. Modernità, identità soggettiva e quotidianità
PICCHIO, MARTA
2005
Abstract
Il saggio si propone di mettere a fuoco alcune affinità e differenze tra due grandi “classici” del pensiero sociologico: Georg Simmel e Max Weber. I temi-chiave prescelti per il confronto, poiché toccano i punti nodali dei rispettivi programmi sociologici, sono la concettualizzazione della modernità e la definizione dell’identità soggettiva dell’uomo moderno, con un’attenzione particolare alle conseguenze che ne derivano sul piano della vita quotidiana. Tra le convergenze emerge come, sia in Simmel che in Weber, le trasformazioni del settore economico nelle loro conseguenze culturali e il processo globale di razionalizzazione-intellettualizzazione risultino centrali nella definizione della modernità. I due Autori condividono anche timori strettamente analoghi per gli esiti del processo di modernizzazione, con evidenti affinità nel modo di raffigurarne lo scenario “tragico”: entrambi sono accomunati dalla percezione di una sempre maggiore dipendenza dell’uomo moderno da un mondo di istituzioni, tecniche, apparati che lo sovrasta e ne riduce drammaticamente il margine di autonomia e la libertà di movimento. Si apre perciò il problema della salvaguardia dell’autonomia individuale e diventa cruciale una riflessione sulla soggettività nell’epoca moderna. Sia Simmel che Weber infine concordano su alcune conseguenze che la modernità comporta sul piano della vita quotidiana: l’atteggiamento strumentale e calcolistico che investe tutti gli aspetti della vita di ogni giorno, dall’organizzazione del lavoro alla gestione del tempo, fino alle relazioni interpersonali, sempre più spersonalizzate. In merito alle differenze va sottolineato che Simmel riesce a cogliere maggiormente l’esperienza della modernità, come essa viene vissuta e sentita nei suoi aspetti più fugaci, apparentemente superficiali e banali, nelle interazioni quotidiane e intime, e ciò lo rende addirittura un precursore della “sociologia della vita quotidiana”, mentre Weber si concentra sui grandi temi dell’economia, della politica, della religione, accentuando l’importanza della razionalità formale-strumentale e lasciando la quotidianità sullo sfondo, con un rilievo ridotto o implicito, anche se le sue rilfessioni sulla "condotta metodica" di vita conservano ancora tutta la loro pregnante rilevanza per la comprensione del nostro presente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.