Il saggio si propone di analizzare la particolare posizione di Norbert Elias nei confronti della vita quotidiana, mettendola in rapporto con la sua proposta di una “sociologia figurazionale”, che intende congiungere il quotidiano ad altri aspetti del sociale, e scegliendo come esempio di un simile approccio l’interpretazione sociologica della creatività e genialità soggettiva che egli offre relativamente al caso Mozart. Elias rivolge alla “sociologia della vita quotidiana”, che si stava affermando ai suoi tempi, numerose e aspre critiche, ma al tempo stesso, paradossalmente, egli assegna agli aspetti legati alla vita ordinaria di tutti i giorni una centralità assoluta per l’analisi dei fenomeni sociali. Il paradosso è solo apparente: Elias è contrario all’esistenza di un settore specifico della sociologia che circoscriva i propri interessi alla vita quotidiana perché ritiene, in ultima analisi, che la sociologia tout-court non possa essere altro che una scienza della vita quotidiana e non possa fare a meno di porre al centro dell’analisi gli uomini concreti, le loro relazioni, così come si svolgono nella quotidianità, una quotidianità però sempre contestualizzata, storicamente connotata, veicolo e specchio dei processi di mutamento. Nel suo estremismo Elias scavalca, per così dire, gli stessi teorici del quotidiano, che si limitano, a suo avviso, allo studio degli ambiti “micro” della vita umana associata, rischiando un’artificiosa restrizione del campo d’indagine. Nella sua impostazione, infatti, l’analisi delle grandi strutture della vita sociale e delle trasformazioni di lungo periodo è strettamente collegata all’esperienza che gli individui ne fanno, che non può essere che esperienza quotidiana. È soprattutto attraverso il concetto di “figurazione sociale” che Elias riesce a tenere congiunte le diverse dimensioni della vita sociale, le trasformazioni strutturali e la vita di tutti i giorni, il contesto storico-sociale e gli individui concreti che in esso vivono. Il case-study dedicato a Mozart costituisce un esempio mirabile di questa peculiare impostazione metodologica e di ricerca di Elias: anche di fronte al mito del “genio”, che parrebbe staccarsi da ogni riferimento sociale e di vita comune, egli sa orientare l’analisi agli aspetti soggettivi e quotidiani dell’esistenza del musicista, che ce lo avvicinano e ce lo fanno percepire nella sua “umanità”, intrecciati con gli aspetti strutturali, o meglio, figurazionali, che ci restituiscono il contesto storico-sociale che di quell’esistenza fu la cornice. Così facendo Elias supera la dicotomia tra l’uomo e l’artista, mettendo in luce come sia riduttiva e fuorviante “l’idea che il «genio artistico» possa svilupparsi per così dire in un vuoto sociale, ossia indipendentemente dalla quotidianità del rapporto del «genio» con gli altri, persona tra altre persone”.
Norbert Elias: vita quotidiana, figurazioni sociali e creatività soggettiva
PICCHIO, MARTA
2006
Abstract
Il saggio si propone di analizzare la particolare posizione di Norbert Elias nei confronti della vita quotidiana, mettendola in rapporto con la sua proposta di una “sociologia figurazionale”, che intende congiungere il quotidiano ad altri aspetti del sociale, e scegliendo come esempio di un simile approccio l’interpretazione sociologica della creatività e genialità soggettiva che egli offre relativamente al caso Mozart. Elias rivolge alla “sociologia della vita quotidiana”, che si stava affermando ai suoi tempi, numerose e aspre critiche, ma al tempo stesso, paradossalmente, egli assegna agli aspetti legati alla vita ordinaria di tutti i giorni una centralità assoluta per l’analisi dei fenomeni sociali. Il paradosso è solo apparente: Elias è contrario all’esistenza di un settore specifico della sociologia che circoscriva i propri interessi alla vita quotidiana perché ritiene, in ultima analisi, che la sociologia tout-court non possa essere altro che una scienza della vita quotidiana e non possa fare a meno di porre al centro dell’analisi gli uomini concreti, le loro relazioni, così come si svolgono nella quotidianità, una quotidianità però sempre contestualizzata, storicamente connotata, veicolo e specchio dei processi di mutamento. Nel suo estremismo Elias scavalca, per così dire, gli stessi teorici del quotidiano, che si limitano, a suo avviso, allo studio degli ambiti “micro” della vita umana associata, rischiando un’artificiosa restrizione del campo d’indagine. Nella sua impostazione, infatti, l’analisi delle grandi strutture della vita sociale e delle trasformazioni di lungo periodo è strettamente collegata all’esperienza che gli individui ne fanno, che non può essere che esperienza quotidiana. È soprattutto attraverso il concetto di “figurazione sociale” che Elias riesce a tenere congiunte le diverse dimensioni della vita sociale, le trasformazioni strutturali e la vita di tutti i giorni, il contesto storico-sociale e gli individui concreti che in esso vivono. Il case-study dedicato a Mozart costituisce un esempio mirabile di questa peculiare impostazione metodologica e di ricerca di Elias: anche di fronte al mito del “genio”, che parrebbe staccarsi da ogni riferimento sociale e di vita comune, egli sa orientare l’analisi agli aspetti soggettivi e quotidiani dell’esistenza del musicista, che ce lo avvicinano e ce lo fanno percepire nella sua “umanità”, intrecciati con gli aspetti strutturali, o meglio, figurazionali, che ci restituiscono il contesto storico-sociale che di quell’esistenza fu la cornice. Così facendo Elias supera la dicotomia tra l’uomo e l’artista, mettendo in luce come sia riduttiva e fuorviante “l’idea che il «genio artistico» possa svilupparsi per così dire in un vuoto sociale, ossia indipendentemente dalla quotidianità del rapporto del «genio» con gli altri, persona tra altre persone”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.