La monografia ha ad oggetto le situazioni giuridiche esistenziali dei soggetti coinvolti nella procreazione ed è incentrata sull’evoluzione della figura del concepito, sul piano squisitamente giuridico. L’esame attento dei dati normativi e degli apporti dottrinali e giurisprudenziali conduce alla originale qualificazione del medesimo non come “persona”, ma come “soggetto dell’ordinamento”, alla luce dei principi generali della Costituzione, della Carta sui diritti fondamentali dell’Unione europea e delle Convenzioni internazionali. La rilettura in chiave moderna del concetto di soggettività giuridica porta l'Autrice all’abbandono dell’opinione dottrinale che la identificava con la capacità giuridica. Tra i profili di originalità del libro si segnala il superamento di alcuni risultati della giurisprudenza, che, se pur sostanzialmente condivisi, sono ritenuti non esaustivi: l'Autrice dimostra, infatti, che la salute del concepito reclama, oltre ad una tutela indiretta, realizzata attraverso la salvaguardia dei diritti della madre, anche una tutela diretta e autonoma, la cui attuazione in sede giurisdizionale, per essere piena ed effettiva, dovrebbe essere assicurata ancor prima della nascita. Ciò porta ad affermare la possibilità per i futuri genitori, mai affermata nel panorama interpretativo, di agire in giudizio a tutela dei diritti fondamentali alla vita e alla salute prima che il soggetto sia nato, mediante lo strumento inibitorio a carattere preventivo esperibile in via d’urgenza. Dinanzi alla lesione - o al pericolo di lesione - del nascituro durante la gravidanza o durante la procreazione assistita, a nulla potrebbe valere un intervento giudiziale tardivo, attivato solo dopo che il danno sia stato irrimediabilmente prodotto.
Il concepito come soggetto dell'ordinamento
VALONGO, Alessia
2011
Abstract
La monografia ha ad oggetto le situazioni giuridiche esistenziali dei soggetti coinvolti nella procreazione ed è incentrata sull’evoluzione della figura del concepito, sul piano squisitamente giuridico. L’esame attento dei dati normativi e degli apporti dottrinali e giurisprudenziali conduce alla originale qualificazione del medesimo non come “persona”, ma come “soggetto dell’ordinamento”, alla luce dei principi generali della Costituzione, della Carta sui diritti fondamentali dell’Unione europea e delle Convenzioni internazionali. La rilettura in chiave moderna del concetto di soggettività giuridica porta l'Autrice all’abbandono dell’opinione dottrinale che la identificava con la capacità giuridica. Tra i profili di originalità del libro si segnala il superamento di alcuni risultati della giurisprudenza, che, se pur sostanzialmente condivisi, sono ritenuti non esaustivi: l'Autrice dimostra, infatti, che la salute del concepito reclama, oltre ad una tutela indiretta, realizzata attraverso la salvaguardia dei diritti della madre, anche una tutela diretta e autonoma, la cui attuazione in sede giurisdizionale, per essere piena ed effettiva, dovrebbe essere assicurata ancor prima della nascita. Ciò porta ad affermare la possibilità per i futuri genitori, mai affermata nel panorama interpretativo, di agire in giudizio a tutela dei diritti fondamentali alla vita e alla salute prima che il soggetto sia nato, mediante lo strumento inibitorio a carattere preventivo esperibile in via d’urgenza. Dinanzi alla lesione - o al pericolo di lesione - del nascituro durante la gravidanza o durante la procreazione assistita, a nulla potrebbe valere un intervento giudiziale tardivo, attivato solo dopo che il danno sia stato irrimediabilmente prodotto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.