Il presente studio nasce dall'esigenza di individuare un paradigma di valutazione dell'efficacia della musicoterapia sulla salute delle persone affette da demenza. In un'ottica biopsicosociale, la metodologia utilizzata consente di raccogliere indicatori di variazioni del benessere a livello biologico (concentrazione di cortisolo salivare), a livello psicologico e comportamentale (test e scale) e a livello sociale e relazionale (analisi di sessioni video di musicoterapia). 30 soggetti di età media pari a 83.6±9.2 affetti da demenza di grado moderato (MMSE 13.5±5.5; CDR 2.3±0.6) sono stati reclutati presso due residenze protette e randomizzati in un gruppo sperimentale (20 sessioni di musicoterapia da 60 minuti a cadenza settimanale) e un gruppo di controllo (attività previste dalla struttura). Trattandosi di una tipologia di soggetti caratterizzata da elevata eterogeneità, fluttuazione della prestazione, elevata comorbilità, il metodo prevede la possibilità di condurre l’analisi su coppie di soggetti caso/controllo omogenee sul piano clinico. Nel corso delle sessioni 1, 10 e 20, sono stati effettuati i prelievi di saliva pre e post trattamento (musicoterapia vs altre attività). Per ogni partecipante sono stati raccolti i principali dati clinici ed è stato calcolato l’indice di riserva cognitiva (Cognitive Reserve Index). Tutti i soggetti sono stati monitorati per 10 mesi (4 follow-up) rispetto a: terapia farmacologica, comorbilità (Cumulative Illness Rating Scale), funzionamento (Alzheimer's Disease Cooperative Study Activities of Daily Living), funzionamento autopercepito (World Health Organization Disability Assessment Schedule 2.0), disturbi comportamentali (Neuropsychitric Inventory), agitazione (Cohen-Mansfield Agitation Inventory), depressione (Cornell Scale for Depression in Dementia), deficit cognitivi (Mini Mental State Examination e/o Severe Ipairment Battery) e qualità della vita (Quality of Life Alzheimer Disease). Gli strumenti di valutazione individuati permettono di integrare le risposte del soggetto con il punto di vista di un caregiver (operatore della struttura). 10 sessioni di musicoterapia sono state videoregistrate. In linea col metodo di Ridder e collaboratori, per ciascun soggetto è stato costruito un grafico della singola sessione, in cui è stato codificato ciò che avviene tra soggetto e musicoterapueta nei singoli minuti. A partire da tali grafici, il musicoterapeuta seleziona le sequenze video più significative che sono poi sottoposte ad un’analisi più approfondita (microanalisi) del percorso terapeutico effettuato. La presente metodologia, nel panorama attuale, appare decisamente innovativa nel tenere in considerazione una valutazione del benessere multidimensionale, senza trascurare ciò che spesso è tralasciato: la relazione tra il musicoterapeuta e il soggetto.

Musicalmente: sviluppo di un paradigma per la valutazione dell’efficacia della musicoterapia nel trattamento della demenza

PIGLIAUTILE, MARTINA;FEDERICI, Stefano;CECCHETTI, Roberta;BASTIANI, Patrizia;SCAMOSCI, MICHELA;CESARINI, SIMONETTA;MECOCCI, Patrizia
2015

Abstract

Il presente studio nasce dall'esigenza di individuare un paradigma di valutazione dell'efficacia della musicoterapia sulla salute delle persone affette da demenza. In un'ottica biopsicosociale, la metodologia utilizzata consente di raccogliere indicatori di variazioni del benessere a livello biologico (concentrazione di cortisolo salivare), a livello psicologico e comportamentale (test e scale) e a livello sociale e relazionale (analisi di sessioni video di musicoterapia). 30 soggetti di età media pari a 83.6±9.2 affetti da demenza di grado moderato (MMSE 13.5±5.5; CDR 2.3±0.6) sono stati reclutati presso due residenze protette e randomizzati in un gruppo sperimentale (20 sessioni di musicoterapia da 60 minuti a cadenza settimanale) e un gruppo di controllo (attività previste dalla struttura). Trattandosi di una tipologia di soggetti caratterizzata da elevata eterogeneità, fluttuazione della prestazione, elevata comorbilità, il metodo prevede la possibilità di condurre l’analisi su coppie di soggetti caso/controllo omogenee sul piano clinico. Nel corso delle sessioni 1, 10 e 20, sono stati effettuati i prelievi di saliva pre e post trattamento (musicoterapia vs altre attività). Per ogni partecipante sono stati raccolti i principali dati clinici ed è stato calcolato l’indice di riserva cognitiva (Cognitive Reserve Index). Tutti i soggetti sono stati monitorati per 10 mesi (4 follow-up) rispetto a: terapia farmacologica, comorbilità (Cumulative Illness Rating Scale), funzionamento (Alzheimer's Disease Cooperative Study Activities of Daily Living), funzionamento autopercepito (World Health Organization Disability Assessment Schedule 2.0), disturbi comportamentali (Neuropsychitric Inventory), agitazione (Cohen-Mansfield Agitation Inventory), depressione (Cornell Scale for Depression in Dementia), deficit cognitivi (Mini Mental State Examination e/o Severe Ipairment Battery) e qualità della vita (Quality of Life Alzheimer Disease). Gli strumenti di valutazione individuati permettono di integrare le risposte del soggetto con il punto di vista di un caregiver (operatore della struttura). 10 sessioni di musicoterapia sono state videoregistrate. In linea col metodo di Ridder e collaboratori, per ciascun soggetto è stato costruito un grafico della singola sessione, in cui è stato codificato ciò che avviene tra soggetto e musicoterapueta nei singoli minuti. A partire da tali grafici, il musicoterapeuta seleziona le sequenze video più significative che sono poi sottoposte ad un’analisi più approfondita (microanalisi) del percorso terapeutico effettuato. La presente metodologia, nel panorama attuale, appare decisamente innovativa nel tenere in considerazione una valutazione del benessere multidimensionale, senza trascurare ciò che spesso è tralasciato: la relazione tra il musicoterapeuta e il soggetto.
2015
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1367003
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