Lo scoppio del primo conflitto mondiale aggravò la crisi d’identità del movimento pacifista democratico italiano, già venuta a galla in occasione dell’impresa di Libia, e la portò a un punto di non ritorno. Finirono, infatti, con l’aderire alla causa dell’interventismo di matrice democratica non soltanto quei pacifisti che nel 1911-12 si erano espressi a favore della guerra italo-turca, ma anche quasi tutti quelli che l’avevano avversata. In ciascuno di essi la scelta interventista nacque dalla profonda convinzione che il conflitto che si stava combattendo fosse per tutti gli aspetti una «guerra giusta» e, quindi, una guerra «legittima» e «necessaria». Ai loro occhi, la guerra scoppiata nell’estate del 1914 si presentava come una «guerra contro la guerra», come una «guerra per la pace» e il loro augurio era che essa fosse «l’ultima delle guerre», vale a dire la guerra che, sconfiggendo l’imperialismo, il militarismo e l’autoritarismo austro-germanici e impedendo alla Germania e all’Austria-Ungheria di divenire le padrone incontrastate del continente europeo, permettesse di instaurare in Europa un ordine nuovo, fondato sulla libertà, sulla democrazia, sul diritto e sul rispetto dei principî di nazionalità e di autodeterminazione, garantendo così un lungo periodo di pace.

Il movimento pacifista democratico italiano, lo scoppio della prima guerra mondiale e il dilemma «neutralità o intervento?»

D'ANGELO, Lucio
2016

Abstract

Lo scoppio del primo conflitto mondiale aggravò la crisi d’identità del movimento pacifista democratico italiano, già venuta a galla in occasione dell’impresa di Libia, e la portò a un punto di non ritorno. Finirono, infatti, con l’aderire alla causa dell’interventismo di matrice democratica non soltanto quei pacifisti che nel 1911-12 si erano espressi a favore della guerra italo-turca, ma anche quasi tutti quelli che l’avevano avversata. In ciascuno di essi la scelta interventista nacque dalla profonda convinzione che il conflitto che si stava combattendo fosse per tutti gli aspetti una «guerra giusta» e, quindi, una guerra «legittima» e «necessaria». Ai loro occhi, la guerra scoppiata nell’estate del 1914 si presentava come una «guerra contro la guerra», come una «guerra per la pace» e il loro augurio era che essa fosse «l’ultima delle guerre», vale a dire la guerra che, sconfiggendo l’imperialismo, il militarismo e l’autoritarismo austro-germanici e impedendo alla Germania e all’Austria-Ungheria di divenire le padrone incontrastate del continente europeo, permettesse di instaurare in Europa un ordine nuovo, fondato sulla libertà, sulla democrazia, sul diritto e sul rispetto dei principî di nazionalità e di autodeterminazione, garantendo così un lungo periodo di pace.
2016
978-88-99544-09-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1387873
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