Il presente lavoro è stato effettuato presso il Centro di diagnosi e terapia dell’obesità e della grave obesità dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, allo scopo di osservare e descrivere la relazione tra i livelli di funzionamento e disabilità autopercepiti e il Binge Eating Disorder (BED) in un campione di persone gravemente obese impegnate nel trattamento per la riduzione del peso. Il Binge Eating Disorder è un disturbo alimentare caratterizzato da episodi ricorrenti di ingestione di grandi quantità di cibo in un tempo limitato, accompagnati da un senso di perdita di controllo e che avvengono almeno una volta alla settimana nei tre mesi precedenti la diagnosi. Differentemente dalla Bulimia, nel BED non sono presenti comportamenti compensatori e per questo il BED è particolarmente diffuso tra le persone obese, giungendo ad interessare fino al 30% degli obesi che richiedono un trattamento specialistico volto alla riduzione del peso e sino il 10% della popolazione obesa generale. Nella letteratura specialistica, le persone obese affette da BED presentano anche livelli maggiori di depressione e di comorbidità psichiatriche (Grucza et al., 2009; Bulik et al., 2002), una tendenza maggiore a mangiare in risposta a stati emotivi negativi (emotional eating) e, in generale, a soffrire di psicopatologie dell’alimentazione ad un livello più elevato (Gearhardt et al., 2011), oltre a una maggiore angoscia sulla propria immagine corporea (Wilfley et al., 2000) rispetto alle persone obese non BED. Inoltre, secondo alcuni studi recenti, le persone obese BED costituirebbero un vero e proprio fenotipo neurobiologico distinto (Schag et al., 2013) caratterizzato da un deficit nella regolazione delle emozioni (Brockmeyer et al., 2014) rispetto alle persone obese non BED. L’obiettivo dello studio è quello di verificare la relazione esistente tra la disabilità autopercepita, il funzionamento e il binge eating disorder. L’ipotesi è che quanto più è probabile la presenza di un BED, tanto più elevati risultino i punteggi relativi alla disabilità autopercepita, più bassi i punteggi che misurano il funzionamento e, infine, peggiore il livello della qualità della vita.
The Relationship between Functioning, Disability and Binge Eating Disorder in a Sample of Patients Candidates for Bariatric Surgery
MELONI, FABIO;FEDERICI, Stefano;
2016
Abstract
Il presente lavoro è stato effettuato presso il Centro di diagnosi e terapia dell’obesità e della grave obesità dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, allo scopo di osservare e descrivere la relazione tra i livelli di funzionamento e disabilità autopercepiti e il Binge Eating Disorder (BED) in un campione di persone gravemente obese impegnate nel trattamento per la riduzione del peso. Il Binge Eating Disorder è un disturbo alimentare caratterizzato da episodi ricorrenti di ingestione di grandi quantità di cibo in un tempo limitato, accompagnati da un senso di perdita di controllo e che avvengono almeno una volta alla settimana nei tre mesi precedenti la diagnosi. Differentemente dalla Bulimia, nel BED non sono presenti comportamenti compensatori e per questo il BED è particolarmente diffuso tra le persone obese, giungendo ad interessare fino al 30% degli obesi che richiedono un trattamento specialistico volto alla riduzione del peso e sino il 10% della popolazione obesa generale. Nella letteratura specialistica, le persone obese affette da BED presentano anche livelli maggiori di depressione e di comorbidità psichiatriche (Grucza et al., 2009; Bulik et al., 2002), una tendenza maggiore a mangiare in risposta a stati emotivi negativi (emotional eating) e, in generale, a soffrire di psicopatologie dell’alimentazione ad un livello più elevato (Gearhardt et al., 2011), oltre a una maggiore angoscia sulla propria immagine corporea (Wilfley et al., 2000) rispetto alle persone obese non BED. Inoltre, secondo alcuni studi recenti, le persone obese BED costituirebbero un vero e proprio fenotipo neurobiologico distinto (Schag et al., 2013) caratterizzato da un deficit nella regolazione delle emozioni (Brockmeyer et al., 2014) rispetto alle persone obese non BED. L’obiettivo dello studio è quello di verificare la relazione esistente tra la disabilità autopercepita, il funzionamento e il binge eating disorder. L’ipotesi è che quanto più è probabile la presenza di un BED, tanto più elevati risultino i punteggi relativi alla disabilità autopercepita, più bassi i punteggi che misurano il funzionamento e, infine, peggiore il livello della qualità della vita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.