Il massiccio calcareo di Monte Torre Maggiore (Cesi, Terni), qui denominato “Montagna di Cesi”, proprio per le peculiarità che lo caratterizzano, sia dal punto di vista storico, geologico e paesaggistico, ha sempre suscitato l'interesse degli esploratori del sottosuolo, gli speleologi, che nel corso degli anni hanno cercato altre grotte, oltre a quelle già esplorate da tempo, con risultati non molto incoraggianti, se si esclude la scoperta, del tutto casuale, di Grotta Gis, nel 2002. L’esplorazione speleologica moderna è sempre più spesso affiancata da misure in continuo di varia natura le quali sono rese possibili anche grazie alla riduzione dei costi delle tecnologie applicate. Tra queste molto interessanti sono gli strumenti che permettono di studiare la meteorologia ipogea: la comprensione dei fenomeni fisici che avvengono all'interno delle cavità, incluse le relazioni con l’ambiente esterno, racchiudono informazioni che, se analizzate nel contesto geologico, idrogeologico e geologicostrutturale del sistema carsico, permettono di individuare le zone su cui focalizzare l’esplorazione speleologica. Il presente volume nasce dall’interesse reciproco degli scriventi, da diversi punti di vista, di approfondire le conoscenze del sistema carsico della Montagna di Cesi mediante un approccio multidisciplinare. Già nel 2009 le prime misure di temperatura e di umidità dell’aria, in alcune delle cavità, insieme ad una campagna esplorativa mirata, hanno portato all'apertura nel 2013 di una nuova sala in una delle grotte della zona, Grotta degli Arnolfi. Dallo studio sono emerse ottime prospettive che l'ambiente sotterraneo fosse ancora più vasto o connesso ad ambienti sotterranei più grandi, cambiando così la planimetria e l'estensione di una grotta che fino a quel momento era stata ritenuta senza possibilità di esplorazione. Una lettura più attenta del territorio dal punto di vista geologico, l’intensificazione delle misure termo-igrometriche e le prime misure di velocità del flusso d’aria in alcune grotte selezionate della zona, hanno permesso di focalizzare le energie, con l’obiettivo di capire meglio il sistema carsico nel suo complesso e di fare delle ipotesi sulla interconnessione di alcune delle cavità finora conosciute con sistemi più ampi ed articolati del tutto inesplorati. Attualmente sono in corso delle esplorazioni nella zona di Monte Torre Maggiore e nell’area del Fosso di S. Andrea, con alcuni siti molto promettenti, individuati grazie alla convergenza dell'esperienza degli speleologi e delle indicazioni dei geologi.

Il sistema carsico della “Montagna di Cesi”: laboratorio di meteorologia ipogea

DI MATTEO, Lucio
;
2016

Abstract

Il massiccio calcareo di Monte Torre Maggiore (Cesi, Terni), qui denominato “Montagna di Cesi”, proprio per le peculiarità che lo caratterizzano, sia dal punto di vista storico, geologico e paesaggistico, ha sempre suscitato l'interesse degli esploratori del sottosuolo, gli speleologi, che nel corso degli anni hanno cercato altre grotte, oltre a quelle già esplorate da tempo, con risultati non molto incoraggianti, se si esclude la scoperta, del tutto casuale, di Grotta Gis, nel 2002. L’esplorazione speleologica moderna è sempre più spesso affiancata da misure in continuo di varia natura le quali sono rese possibili anche grazie alla riduzione dei costi delle tecnologie applicate. Tra queste molto interessanti sono gli strumenti che permettono di studiare la meteorologia ipogea: la comprensione dei fenomeni fisici che avvengono all'interno delle cavità, incluse le relazioni con l’ambiente esterno, racchiudono informazioni che, se analizzate nel contesto geologico, idrogeologico e geologicostrutturale del sistema carsico, permettono di individuare le zone su cui focalizzare l’esplorazione speleologica. Il presente volume nasce dall’interesse reciproco degli scriventi, da diversi punti di vista, di approfondire le conoscenze del sistema carsico della Montagna di Cesi mediante un approccio multidisciplinare. Già nel 2009 le prime misure di temperatura e di umidità dell’aria, in alcune delle cavità, insieme ad una campagna esplorativa mirata, hanno portato all'apertura nel 2013 di una nuova sala in una delle grotte della zona, Grotta degli Arnolfi. Dallo studio sono emerse ottime prospettive che l'ambiente sotterraneo fosse ancora più vasto o connesso ad ambienti sotterranei più grandi, cambiando così la planimetria e l'estensione di una grotta che fino a quel momento era stata ritenuta senza possibilità di esplorazione. Una lettura più attenta del territorio dal punto di vista geologico, l’intensificazione delle misure termo-igrometriche e le prime misure di velocità del flusso d’aria in alcune grotte selezionate della zona, hanno permesso di focalizzare le energie, con l’obiettivo di capire meglio il sistema carsico nel suo complesso e di fare delle ipotesi sulla interconnessione di alcune delle cavità finora conosciute con sistemi più ampi ed articolati del tutto inesplorati. Attualmente sono in corso delle esplorazioni nella zona di Monte Torre Maggiore e nell’area del Fosso di S. Andrea, con alcuni siti molto promettenti, individuati grazie alla convergenza dell'esperienza degli speleologi e delle indicazioni dei geologi.
2016
979-12-200-1008-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11391/1388677
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