La pandemia italiana di colera del 1910-11, pur non determinando un’elevata mortalità, costituì una grave minaccia sanitaria. L’utilizzo della serie storica delle Statistiche sulle cause di morte, a cura del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, ci ha consentito di fare luce su tale epidemia, largamente sottovalutata dagli studiosi. Nel 1910 restò confinata alle regioni meridionali, provocando solo 805 decessi, in gran parte in Puglia e Campania. Le conseguenze furono assai più gravi nel 1911, quando si registrarono 6.145 morti per colera asiatico, quasi l’1% del totale annuo. Da giugno il morbo si diffuse con violenza a Napoli e negli altri principali porti italiani, iniziando da quello di Palermo, a causa dell’elevata mobilità di migliaia di persone che raggiungevano i principali imbarchi per emigrare oltre oceano; nelle città portuali il colera trovava terreno fertile per la sua ulteriore diffusione. I danni peggiori si manifestarono di gran lunga al Sud: oltre i due terzi del totale dei decessi avvennero in Campania e in Sicilia. Inaspettatamente, il colera fece la sua ricomparsa a Napoli nel 1973. Pur causando solo poche vittime, scatenò un clima di paura che si diffuse più del contagio e produsse un danno d’immagine alla città che ancora oggi, dopo oltre quaranta anni dall’evento, si porta dietro questo pregiudizio negativo.
Le ultime epidemie di colera in Italia nel Novecento
BUSSINI, Odoardo;LANARI, Donatella
2016
Abstract
La pandemia italiana di colera del 1910-11, pur non determinando un’elevata mortalità, costituì una grave minaccia sanitaria. L’utilizzo della serie storica delle Statistiche sulle cause di morte, a cura del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, ci ha consentito di fare luce su tale epidemia, largamente sottovalutata dagli studiosi. Nel 1910 restò confinata alle regioni meridionali, provocando solo 805 decessi, in gran parte in Puglia e Campania. Le conseguenze furono assai più gravi nel 1911, quando si registrarono 6.145 morti per colera asiatico, quasi l’1% del totale annuo. Da giugno il morbo si diffuse con violenza a Napoli e negli altri principali porti italiani, iniziando da quello di Palermo, a causa dell’elevata mobilità di migliaia di persone che raggiungevano i principali imbarchi per emigrare oltre oceano; nelle città portuali il colera trovava terreno fertile per la sua ulteriore diffusione. I danni peggiori si manifestarono di gran lunga al Sud: oltre i due terzi del totale dei decessi avvennero in Campania e in Sicilia. Inaspettatamente, il colera fece la sua ricomparsa a Napoli nel 1973. Pur causando solo poche vittime, scatenò un clima di paura che si diffuse più del contagio e produsse un danno d’immagine alla città che ancora oggi, dopo oltre quaranta anni dall’evento, si porta dietro questo pregiudizio negativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.